recensioni dischi
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THE TIBBS  "Keep it to yourself"
   (2024 )

Ho visto dal vivo James Brown, sul finire della sua carriera. E dal vivo confermo che, fatta la tara della senilità, aveva la stessa carica che ha costruito la sua fama. Considero Aretha Franklin una delle prove dell'esistenza di Dio. Se volete riassaporare quelle atmosfere, se avete amato come me il capolavoro di Alan Parker "The commitments", se il vostro mondo musicale è soul e funky, non potete farvi sfuggire questa perla.

La soul band olandese The Tibbs presenta ''Keep It to Yourself'', l’atteso nuovo album prodotto da Paul Willemsen e masterizzato a Nashville dal veterano del soul Bob Olhsson. Si tratta del terzo lavoro in studio del gruppo ed è una sinfonia di ritmi che scatena sangue e sensi, il piedino non sta fermo un attimo e anche la giornata più merdosa si apre a dodici momenti di sereno ed energia. Ossia i 12 nuovi brani, che ci riportano agli anni d’oro della musica funk e soul.

Nostalgia della scuola Motown e Stax? Certo, anche perché intorno non c'è certo di che gioire, Sanremo compreso. Ed è vero, come dice il comunicato stampa, che certi brani sembrano registrati più a New Orleans che ad Amsterdam. La cantante Roxanne non fa rimpiangere con la sua ugola le voci storiche di quegli anni d'oro, e il robusto impianto dei fiati farebbe la gioia di sua eccellenza il reverendo Al Green, altra prova dell'esistenza di Dio IMHO.

Voto 9, da somministrare con dosi da cavallo ai feticisti delle tante bufale sonore in circolazione (trap e simili). (Lorenzo Morandotti)