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GIANPAOLO PETRINI BIG BAND  "The Big Band is my life"
   (2024 )

Sulla copertina, un autobus trasporta 16 persone. Il conducente è Gianpaolo Petrini, batterista che non ha bisogno di presentazioni, che guida la sua Big Band nell'album “The Big Band is my life”. Questo tipo di formazione di big band, che prevede numerosi fiati (tromboni, trombe, sax) accanto a pianoforte, contrabbasso e batteria, ormai ha circa un secolo, da quando le prime orchestre swing accendevano Manhattan negli anni '20 del Novecento.

La Big Band di Petrini nasce del 2000, e ha accompagnato grandi artisti, come Antonella Ruggiero, Nicola Piovani, Fabrizio Bosso e tantissimi altri. E ha collaborato anche con Demo Morselli (il mio primo pensiero in effetti era andato a lui, quando si tratta di creare arrangiamenti di ottoni).

L'album contiene dieci brani, di cui cinque composizioni originali, e cinque interpretazioni di brani noti, tra cui “Ya gotta try” di Buddy Rich, e la mitica “Round D Minor” di Augusto Martelli, nota a tutti come la sigla di Grand Prix, storica trasmissione sportiva di Mediaset. Ma ci sono anche cover inaspettate, come “Thieves in the Temple” di Prince, perché oltre alla vocazione swing, la Big Band di Petrini va più volte nel funk, qui e in “Black mirror”.

Grandi momenti di assolo di tutti gli strumenti, anche del contrabbasso in “Bird's Wings”, del pianoforte, ovviamente dei fiati. Ma la cosa che si apprezza di più, come sempre nelle big band, sono le grandi armonizzazioni, tanto efficaci quanto rapide nell'esecuzione, che danno a questo stile un senso di ricchezza, di musica lussuosa. La suddetta “Black mirror” è piena di cromatismi e modulazioni fulminanti, ma non tutto il disco è roboante come i tattarattààà di “Righton right on”: ci sono anche momenti più delicati, come “Wave”, che trasmette una dolce malinconia serale.

Questo è un bel disco da mettere su, quando si vuole organizzare una festa, elegante ma non ingessata; ed è anche un biglietto da visita che invoglia ad andare a vedere dal vivo le prodezze della Big Band di Gianpaolo Petrini. (Gilberto Ongaro)