MARCELLA BELLA "Etnea"
(2024 )
A distanza di 7 anni dall'ultimo album di inediti, e a 5 dall'ultimo disco live, ritorna Marcella Bella. Pronta a scherzare col proprio personaggio e con le proprie origini, è ancora la diva di sempre, e fa uscire “Etnea”, per una nuova etichetta, la FFN Records assieme a Starpoint Corporation S.R.L., in licenza a BMG.
Le nuove canzoni vedono anche Marcella Bella in veste di autrice, assieme a Giovanni Caccamo, Lorenzo Vizzini e Senatore Cirenga. La signora del pop italiano lancia come singolo “Tacchi a spillo”, e a parte il testo che ironizza sulla difficoltà di restare sempre una donna con stile, balza all'orecchio la scelta contemporanea dei suoni, del tutto in linea con il mainstream pop prodotto oggi dalle firme più in voga (Dardust, Simonetta e quei pochi nomi che ormai conosciamo tutti). Per capirci, “Tacchi a spillo” potrebbero cantarla anche Annalisa o Elodie. Ma le parole sono cucite su Marcella, visto che Annalisa preferisce i pantaloncini dell'Adidas, mentre Elodie il vedo non vedo!
Il synth pop è particolarmente ottimista in “Chi siamo davvero”, canzone sull'accettazione di sé e delle proprie imperfezioni. Si continua l'inseguimento degli argomenti del femminismo pop (quello simpatico e innocuo), con canzoni come “Soffri, soffri”, dove vediamo una donna indipendente alle prese con un ometto appiccicoso, che non riesce a stare un attimo senza di lei: “Quei musi lunghi non li voglio più, dimmi se io posso andare, perché il lavoro non aspetta, e tu mi dici che soffri, soffri, soffri (…) sì mi piace provocare, è un gioco che ti fa morire (…) adesso voglio solo andare, l'aria respirare”. L'aria, ritorna quell'aria, che tanta fortuna ha portato a Bella nel 1983.
A proposito del ritmo di “Nell'aria”, c'è una canzone che un po' la ricorda: “Questo grande fuoco”. A metà tra il Battisti di “Con il nastro rosa” e i recuperi vintage dei Daft Punk, la canzone ha il classico tiro funk-pop ottantiano, e le parole sono ancora cariche dello stesso desiderio “scandaloso” della storica hit: “Ho provato a sbagliare, per potermi pentire, anche a rinnegare il piacere, ma non ce la faccio”. Ed ecco un assolo di sax a rimarcare il carattere retrò del brano, uno dei pochi che non concedono spazi al sound iperprodotto di oggi.
Un posto a parte merita “Mi rubi l'anima”, canzone che affronta la violenza sulle donne, e Bella duetta con un'altra signora del pop tricolore, Loredana Bertè. Inevitabile la sensazione, che in questo caso personaggi e persone si fondano, è impossibile non pensare alla vita vera di Bertè, e il duetto funziona, manco a dirlo. Il meglio però, arriva con le canzoni che valorizzano la voce di Marcella Bella, cioè i lenti “Come ti vorrei” e “T'incanterò”, il primo dal tono triste, l'altro più sereno. Che dire, Marcella Bella si è rinnovata ancora una volta, e scalerà le classifiche, ma la sua voce fa vibrare soprattutto quando canta quei lenti così sentimentali. Lì non c'è moda che tenga. (Gilberto Ongaro)