AMMUINA "Canti, cantori e cantatrici"
(2024 )
Gli Ammuìna sono Gaia D’Elia (voce, tammorra, berimbao), Guido Sodo (voce, oud, chitarre) e Mirco Mungari (voce, oud, bouzouki e tamburi a cornice), protagonisti nella primavera dello scorso anno con un “Canti, cantori e cantatrici”, un disco che ha l’ambizioso obiettivo di fare da ponte tra mari lontani, da Napoli alla costa brasiliana, dalla Calabria al golfo Persico passando per i Balcani e non solo.
Armati di una strumentazione ricca, che ben si presta allo scopo, gli Ammuìna hanno messo in fila dodici brani vagabondi, nel senso più puro e nobile del termine, in un lavoro multiculturale e profondamente evocativo, che corre lungo antiche rotte nautiche e parte dalla Sicilia, da Rosa Balistreri (“Virrinedda”) e da una canzone di sole voci (“Canto dei salinari di Trapani”).
“Ponte primo: Autunno”, sin dal titolo, annuncia il movimento, stavolta verso l’Iraq, sulle note del maqam bayati in compagnia di Faisal Taher, presente anche in “Tu bella”, celebrazione dell’amore (anche carnale) dalla Puglia alla Palestina. “Su pizzineddu” omaggia Maria Carta, mentre “Ponte secondo: inverno” lambisce terre balcaniche, anche col contributo di Edna Strenja Jurcan.
Nella seconda metà, questo affascinante viaggio corre ancora fra Puglia e Medio Oriente (“Malachianta”), prima di celebrare rituali della Campania più profonda in lingua rom (“Ponte terzo: primavera”) e di lasciarsi trasportare nella danza di “Guarracino”. “Ponte quarto: estate” cerca il largo in lingua franca e si perde oltre il Mediterraneo fino a incontrare Mercedes Sosa (“Todo cambia”).
L’ultimo atto è “Canto all’aria”, degna chiusura di un lavoro pieno di coraggio e purezza, in cui diverse culture si fondono con una coerenza e una grazia rare. Fra atmosfere fiabesche e tradizione, la proposta degli Ammuìna si fa world nel senso più profondo del termine e conquista sin dalle prime battute. (Piergiuseppe Lippolis)