PAOLO DINUZZI "Invisible"
(2024 )
Il bassista e compositore Paolo Dinuzzi pubblica “Invisible”, che contiene 7 brani propri, eseguiti dal quartetto basso-batteria-chitarra-sax, scritto in quest'ordine, perché in questo caso, la sezione ritmica svolge un ruolo determinante.
Uscito per GleAM Records, l'album inizia con la titletrack, in 7/4, e già da subito il basso si sente che flirta anche con la chitarra, dai toni perennemente chiusi. Le armonizzazioni prevedono vari passaggi modali. Anche “South” usa un tempo dispari, il 5/4. Durante l'assolo di basso nel brano carico di groove “Talking with Nina”, possiamo sentire Dinuzzi che doppia le note canticchiandole. E, considerando la velocità dell'esecuzione, possiamo dire che riusciamo a sentire i suoi pensieri istantaneamente, proprio come faceva Marialy Pacheco al pianoforte (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9570).
Si alternano soluzioni più allegre o perlomeno serene, come quella “Skin” e “I'm back”, a fasi più delicate e oscure, come quella del brano di chiusura “Emergency”, su arpeggi in tonalità minore. L'amalgama del quartetto si sente soprattutto in “Quattro”, su una melodia piena di pause, controtempi, e note in staccato, perfettamente eseguita all'unisono. Un altro esempio di jazz d'autore, dove comunque ogni membro è valorizzato nelle sue specificità. (Gilberto Ongaro)