recensioni dischi
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ROBERTO MY  "A new Life"
   (2024 )

Fresco partecipante di una conferenza stampa pre Sanremo, torno in radio per ascoltare il nuovo disco di Roberto My e mi scopro un ignorante. Brutto da dirsi, anche da scrivere, forse, ma è la verità.

Ancora una volta ignorante, ma affascinato dal mio lavoro, sempre, perché ti insegna sempre qualcosa di nuovo, che puoi frequentare il mainstream e stupirti di come tutte le case discografiche siano sempre alla ricerca di novità per catturare sempre più “follower” (non ascoltatori, n.d.r.…). Ma che puoi stupirti anche con quello che si fa fatica a trovare ed ascoltare, ovvero le piccole produzioni fatte con passione.

Ignorante sempre dunque, perché all’apertura della mail con il disco di Roberto, mi son detto... chi diavolo è costui? Roberto My... al suo secondo disco quattro anni dopo ''Flares''. Dove li scova Andrea (Rossi, il Direttore, n.d.r.), e quale pubblico li ascolta? Che costanza, che passione hanno i musicisti? Grande, immensa. E questa passione la troviamo in dischi come questo ''A new Life'', ben suonato, ben registrato e missato.

Suonato veramente, si sente, con gli strumenti impastati a dovere, magari troppo per qualche purista, ma il giusto per chi le orecchie le usa dando il giusto peso alla produzione che si sta ascoltando (ad esempio il minuto 3.40 di ''In My Bed''). Bel giro, bell’arrangiamento.

Certo, poi si ha magari una sensazione di già ascoltato, come in ''Old Photos'' (un richiamo a David Bowie o, come dicono le note stampa, Nick Cave), o in ''Travelling'', ma va bene così, mica è un peccato.

Un appunto. Dicevo dell’impasto dei suoni: ecco, a volte la voce di Roberto è troppo impastata, poco definita. E forse alcuni brani sono un filo lunghi. Ma proprio perché dovevo trovare l’ago nel pagliaio…

Buon ascolto. (Marco Camozzi)