SPECTRVM "Teschio del mondo"
(2024 )
Gli Spectrvm, per tanti, non hanno bisogno di presentazioni. O forse sì, perché si tratta del nuovo nome degli Stratus, formazione nata nel 1974 da un’idea di Frank Lazzari, dei fratelli Jordan e Daniele Bozzolan e di Renato Olivo, con Alberto Zanella arrivato poco dopo.
La storia della band si era interrotta nel 1982, tre anni dopo l’abbandono del progetto dell’album “Teschio del mondo” a causa di divergenze con la produzione. Nel 2020, dopo una pausa infinita, gli Stratus hanno preso la decisione di rimettere mano al vecchio materiale, subito dopo l’ingresso in pianta stabile del nuovo chitarrista Marco Brega (insieme al nucleo formato da Lazzari e dai fratelli Bozzolan), ed hanno optato per il cambio nome in Spectrvm.
A novembre 2023 hanno finalmente pubblicato quel lavoro che, anche oggi, appare attuale sotto tutti i punti di vista. A inaugurare “Teschio del mondo” è “Anima”, con le sue architetture strumentali curate e le sue linee vocali morbide, ben integrate nel contesto, mentre la chiosa è affidata a “Templum”, che si apre a scenari psych rock, ma nel mezzo emergono tanti spunti che dimostrano il desiderio e la capacità di unire un gusto compositivo retrò e soluzioni musicali più contemporanee.
“Nessuno piange nessuno canta”, per esempio, è una lunga suite che corre su binari più vicini ad ambientazioni progressive, mentre altri brani, come “Crisalide” e “Prigione”, rappresentano i picchi per quanto concerne le liriche.
“Teschio del mondo”, anche a distanza di tempo, dimostra la sua ragion d’essere: solido sia sul piano compositivo che su quello tecnico, il nuovo “vecchio” lavoro firmato Spectrvm racconta di una band che può ancora dire tanto nel mondo del prog nostrano. (Piergiuseppe Lippolis)