recensioni dischi
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ZEA  "We are still each other's only hope"
   (2024 )

Zea è il moniker di Arnold De Boer, polistrumentista olandese, volto noto della Makkum Records, ma anche studioso di filosofia e antropologia culturale.

Il suo nuovo lavoro, “We Are Still Each Other’s Only Hope”, è figlio anche di questa naturale tensione: il linguaggio e la poesia al centro del discorso, un flusso costante di riferimenti letterari e filosofici, ma non potevano mancare ospitate illustri ad arricchire ulteriormente una proposta artistica che si attesta su standard qualitativi importanti sul piano della scrittura come su quello musicale.

“We Are Still Each Other’s Only Hope”, pubblicato a novembre del 2023, comprende dodici brani per oltre tre quarti d’ora di durata, ed è il risultato di una forte vocazione sperimentale, visibile nelle linee di chitarra continuamente spezzate, e di un certo gusto jazz, che traspare in parte dalla centralità dei fiati, ma che approda in territori psichedelici, grazie a un’effettistica sempre estremamente curata.

In questo senso, le sensazioni generate da “We Are Still Each Other’s Only Hope” possono essere a tratti stranianti e si tratta di un aspetto probabilmente anche ricercato, ma, pur con qualche passaggio più ostico, l’esperienza musicale rimane estremamente affascinante e godibile. I picchi coincidono con “Our Hearts in the Sun” e “And the Man Killed the Bird”, ma non ci sono brani fuori fuoco e ancora una volta Zea conferma tutta la sua incrollabile ispirazione. (Piergiuseppe Lippolis)