RAESTA "Fuoco di paglia"
(2023 )
Quando al più grande paroliere italiano, che corrisponde al nome di Mogol, chiedono quale sia il segreto per scrivere una bella canzone, che rimanga nel tempo, Lui senza esitare ha sempre risposto di getto: la semplicità.
Più il testo è semplice e più arriva alla gente: e credo che il polistrumentista cantautore Raesta (Stefano) abbia assimilato benissimo tal concetto, al punto di scodellare l’ottimo esordio solista “Fuoco di paglia”, rilasciato dall’infaticabile (ed infallibile!) Alka Record Label. L’etichetta di Ferrara ci vede lungo nel nasare nuovi talenti, magari ancora in cottura ma pronti ad ultimarla a breve, e quindi ogni nuova uscita è sinonimo di specialità creativa.
Tornando a Raesta, il ragazzo si è preso lo sfizio e la necessità di esprimere il suo mondo, con la lente analitica di un artista sempre vigile sul quotidiano, senza ricorrere a concetti complicati ed alternativi, tanto per darsi delle arie, scegliendo piuttosto il sentiero della purezza espressiva, già riscontrabile del singolo “Ehi Monsieur”, a braccetto con un video altamente ironico e divertente, a conferma che il suo indiepop udibile in “E se fossi tu” e “Ragazzi marsigliesi” te lo traini dietro senza sforzi, perché t’arriva come un dolce refolo primaverile. E capisci che, dal suo mondo, sta arrivando una sferzata riqualificativa per la musica che gira.
Con l’ascolto che prosegue, mi chiedo se “Andrea” fosse stato nelle mani dei Pinguini Tattici Nucleari... immaginate che botto sarebbe? E non fa niente se Stefano dovrà fare anticamera per scalare la vetta, poiché la pazienza dell’attesa gli verrà conferita dall’apprezzamento dei tanti che già lo stimano. Perciò, sarà sempre gustoso sgranocchiarci a ripetizione quel “Pop Corn” che (provvisoriamente) ci dà appuntamento alla sua prossima lezione di semplicità, coerenza e intelligenza contemporanea. Un po' come dire: la bella musica... Raesta. (Max Casali)