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JWPATON  "Structures"
   (2023 )

“Structures”, edito da Room40, è il nuovo album dell’artista australiano Jwpaton. Il lavoro si ispira a un film molto amato dall’artista, “Thief” di Michael Mann (1981), tradotto in italiano come “Strade Violente”, e in particolare alle sue scene iniziali, sulle quali l’artista ha confessato di aver proiettato alcune esperienze personali.

Nei contrasti presentati e dipinti dal film, Jwpaton ha portato la sua personale riflessione: il mondo non come dicotomie, quanto come punto di incontro fra realtà diametralmente opposte. Alla base di “Structures” c’è il senso della tecnologia che abita lo spazio naturale, c’è il concetto di identità, ma plasmato anche dal lavoro e dalle abilità, c’è l’ipotesi di un’antichità più avanzata del mondo contemporaneo.

Tradotto in musica, tutto questo si riassume in cinque brani per una durata di quasi tre quarti d’ora di ambient e droni scuri, rarefatti, dall’incedere lento e dalla profondità variabile. “West Sydney Sunset” rivela anche in parte le sue idee sperimentali, la titletrack conserva elementi più cinematografici, “Aunty” pulsa inquieta e comunica una certa ambiguità spirituale. “Walking Time” è il brano che scivola, in assoluto, più lento e rarefatto, mentre il movimento di “Walking in Reverse” appare più dinamico.

In tutti i suoi significati, “Structures” è un disco figlio di tanta ricerca e cura: la qualità, allora, non può che essere alta. (Piergiuseppe Lippolis)