LES MARQUISES "Soleils noirs"
(2023 )
Distante tre anni solari e diversi anni luce dal precedente album, benché immerso nella medesima nebulosa atmosfera, cupa ed incombente, “Soleils Noirs” vede il ritorno di Jean Sébastien Nouveau e della sigla Les Marquises dopo la prepotente, acclamata affermazione di “La battue”, pregevole amalgama di pop deviato e tenebra densa datata 2020.
Rivoluzionato anche nelle forme, l’album presenta due lunghe tracce da quasi venti minuti ciascuna, con l’aggiunta di “L’Ailleurs” - bonus track cantata in francese - nella versione digitale. Curiosa versione di drone music sui generis, ampia e dilatata, ciclica e pigra, diafana e spettrale, minacciosa ed inquieta come un bosco di notte, “L’Etreinte de l’Aurore” procede svagata e ipnotica, una via di mezzo tra i Sunn O))) e le interminabili intro dei Fields Of The Nephilim.
E’ musica impalpabile, statica e velenosa, una sinfonia astratta che nella seconda traccia, “Le Sommeil du Berger”, lambisce l’atonalità, abbandonando la veste di canzone per infilarsi in un dedalo di minime variazioni, mutando a metà in un sabba percussivo, col basso arrotondato a segnare il passo. E’ una tremante nenia inconclusa che sfiora il nulla, suggestiva nel suo fascinoso ondeggiare, evanescente armonia che evapora in un world apart di rarefatta bellezza. (Manuel Maverna)