recensioni dischi
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INFERNAL THRONE  "Caelum et infernum"
   (2023 )

“Caelum et infernum” è l’opera prima di Infernal Throne, one-man band ellenica fondata da Panos Iliopoulos. Si tratta di un nome che era caldo ancor prima della pubblicazione di questo lavoro, in cui dieci canzoni, per un totale di circa cinquanta minuti, si muovono sul crinale fra thrash e black metal.

L’artista originario dell’antica Corinto, per l’occasione, ha suonato praticamente tutto, ha cantato e ha curato anche la fase di produzione.

Il disco inizia sulle note introduttive e atmosferiche di “A World of Chaos (Intro)” e si spegne sulle sferzate elettriche, anche se su ritmi un po’ più compassati rispetto ad alcuni momenti nella fase centrale, di “No Hope, No Pain (Outro)”, con la chitarra al centro del discorso.

“Caelum et infernum” vede anche la presenza di alcuni illustri colleghi come Greg Barlas e Kerveros: il primo ha partecipato a “Wings of Winter”, che sceglie un approccio molto diretto e un drumming dal ritmo parecchio sostenuto per alimentare un lavoro di chitarra quasi geometrico, su cui si stagliano le voci graffiate e aggressive, ma anche a “Among Two Worlds”, la cui costruzione più elaborata e meno prevedibile giunge a risultati migliori, ancora con un drumming notevole.

Barlas è protagonista anche in “Cataclysm of the Soul”, uno degli episodi più ispirati del lotto, con la sua furia distruttrice paragonabile a pochi altri momenti, fra i quali quella “Desolation” in cui appare Kerveros.

Seppur poco organico in alcuni tratti, “Caelum et Infernum” ci presenta un musicista tecnicamente dotato e con idee interessanti che si traducono in un buon risultato, forse parzialmente limitato da un vago senso di frenesia che emerge qua e là. (Piergiuseppe Lippolis)