recensioni dischi
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INTERPRETI VARI  "Un sentito omaggio a Rodolfo Santandrea"
   (2023 )

Ecco un disco prezioso e utile. Utile perché aiuta a scoprire un artista del passato dimenticato da molti, prezioso perché realizzato con cura da un gruppo di artisti, magari poco noti al grande pubblico, ma del resto poco noto, o meglio, noto per poco lo è stato anche Rodolfo, ma con grandi capacità di scrittura e musicali.

Non sto a raccontarvi il perché ai più il nome di Rodolfo Santandrea non dica nulla, lo so che tu lettore di Music Map conosci ogni singolo verso e nota di Rodolfo, ma qui si parla al mondo e il mondo oggi conosce Baby Gang meglio del nostro eroe, però una breve spiegazione ve la voglio comunque dare.

Santandrea all’apice della sua carriera, Sanremo 1984, dove presentò ''La Fenice'' scritta con Riccardo Cocciante, decise di essere coerente con il suo credo musicale e, ipotizzo, le sue convinzioni personali, seguendo quello che la vita e gli studi gli avevano insegnato fin lì, e lì in quel momento significava il premio della critica di un Sanremo dove la qualità contava veramente.

Per cui decise che non avrebbe mai realizzato musica a “richiesta”, buona sì per far soldi, ma non buona per chi crede veramente nel valore della musica e della capacità di quest’ultima di suggerire emozioni, conforto e un qualche sorriso: ascoltate ''Amsterdam'', onore al merito per l’esecutore (Davide Matrisciano), che strappa sicuramente più di un sorriso a chi l’ascolta ma che stupisce anche per la complessità musicale e l’arrangiamento.

Quindi se siete tra quelli che hanno detto no ad un lavoro ben pagato perché contro ai vostri principi, oppure non siete mai scesi a compromessi, questo disco fa per voi, perché potrete ascoltare il lavoro, molto particolare e lontano dal mainstream, di un autore fuori dai luoghi comuni. E’ il vostro disco insomma.

Ho citato ''Amsterdam'' ma ascoltate pure ''Le Aquile'' (riproposta da Manuel Pistacchio), oppure ''Alice'' (nella versione degli Ossi) e naturalmente ''La Fenice'', la prima traccia del disco, affidata a Riccardo Lolli: sono canzoni di sperimentazione di studio e divertimento, di un artista che sa quello che vuole fare e che non guarda in faccia a nessuno. Neanche al proprio pubblico. (Marco Camozzi)