recensioni dischi
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CRISTINA ZAVALLONI & MICHEL GODARD  "Twisted"
   (2023 )

A distanza di un anno da “Parlami di me”, dedicato a Nino Rota, e a due dall’omaggio alla storia dello Zecchino d’Oro (“popOFF!”, con Paolo Fresu), è tornata l’instancabile Cristina Zavalloni, cantante e compositrice bolognese dalla lunga discografia.

Lo fa con ben due lavori a distanza ravvicinatissima: “Lontanissimo”, in compagnia di Manuel Magrini, e questo “Twisted”, realizzato con Michel Godard (basso elettrico, tuba e serpentone). Il secondo dei due dischi è nato, in un certo senso, nell’estate del 2020 nell’atelier di Laura Cadelo Bertrand, dove Godard e Zavalloni si erano lanciati in un’improvvisazione molto apprezzata.

Qualche mese dopo, al duo è stata proposta una riproposizione al Teatro dell’ABC di Bologna, divenuta propedeutica alla pubblicazione di “Twisted”. C'è un forte senso di divertissement nella proposta di Zavalloni: la voce è cullata dai vari strumenti suonati da Godard, da improvvisazioni e da divagazioni in territori musicali cari a entrambi i protagonisti.

I brani sono sei e si esauriscono in meno di mezz’ora, partendo da “Mira la madrugada”, con la firma congiunta dei due artisti, per arrivare a “A Trace of Grace”. Pur nella sua brevità, il disco testimonia in maniera cristallina l’affiatamento di due artisti in grado di legare indissolubilmente i propri linguaggi musicali.

L’unica cover è un’interpretazione originale di “Twisted” di Gray e Ross, mentre gli altri episodi sono rivisitazioni di pezzi scritti da Godard o Zavalloni. Con la sua freschezza, “Twisted” è un lavoro originale e gradevolissimo per tutta la sua durata. (Piergiuseppe Lippolis)