AUTORHYTHM "Songs for the nervous system"
(2023 )
Songs for the Nervous System del producer svedese Autorhythm, al secolo Joakim Forsgren, in passato bassista di diversi gruppi rock e punk, è un progetto variegato e appassionante che mescola citazioni al mondo della musica elettronica da club contemporanea e il minimalismo poetico e suggestivo di Brian Eno, il tutto partorito con commozione e franchezza in un progetto che prese piede subito dopo che nel 2015 al suo autore venne diagnosticato il Parkinson.
Songs for the Nervous System è una riflessione sul mondo contemporaneo e sulla vita degli esseri umani che la popolano: fonde emozioni, pensieri, arte concettuale e vibrazioni come nella loro essenzialità quanto nelle loro più ramificate evoluzioni. Far suonare i sintetizzatori al di fuori dei loro parametri più naturali è uno degli scopi principali di Forsgren, che guarda sia alle sfrenate cavalcate avanguardistiche di Captain Beefheart sia alle celestiali autostrade di suoni create da Miles Davis; Forsgren, però, guarda a questi più per come gestivano le loro band, e allo stesso modo Forsgren modula e organizza la sua strumentazione.
Gli eleganti e sobri ritmi di Songs for the Nervous System riescono a dar vita a episodi claustrofobici, spezzati e sperimentali come la spettrale “Doom Variations” o la schizofrenica “Intercellular Communication”, momenti di grandissima intensità dove Forsgren dimostra quanto possa essere versatile e profondo il suo approccio e il suo retroterra. Altrettanto stratificata e alienante è la splendida “Neurothropic Factors”, elemento nevralgico del disco, suo punto di equilibrio e sua cartina di tornasole, da cui si irradiano idee e approcci ritmici e sonori sorprendenti.
Tutto Songs for the Nervous System è una coraggiosa missione in un deserto di sabbia e di vento, di calore e di afa diurni e di gelo eterno notturno: le sensazioni che si provano sono vivide e pungenti, colorite e asfissianti; a tratti fanno persino paura, come tutto il disco dimostra, dalla robotica e glaciale “Clairvoyance” che apre l’opera alla spiazzante e labirintica “Substantia Nigra” che la chiude. È un lavoro preciso, certosino, curato fino al dettaglio, che evidenzia quanto il talento e la passione siano l’uno indispensabile all’altra.
(Samuele Conficoni)