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GORILLA PULP  "Mask off!"
   (2023 )

Sarebbe ora che il Belpaese spalancasse le porte anche allo stoner-rock, visto che questo viene lodato e sostenuto solo all’estero con numeri importanti. E non nascondo che me ne rammirico un bel po’, quando realizzo che collettivi come i viterbesi Gorilla Pulp lo sciorinano da nove anni con slancio e sincerità, e di questa, ne fanno il loro orgoglioso fiore all’occhiello, denotando un puro rock’n’roll schietto e pulsante, confermandolo anche nel recente “Mask off!”.

E l’invito a “gettare la maschera” ha la doppia valenza del richiamo alla pandemia ma, oltremodo, è un invito a togliere quelle che indossiamo, spesso, nel nostro vivere per risultare diversi da come siamo.

I primi 70 secondi dell’album sono riservati al raccolto tributo per il grande maestro Morricone con “Ennio’s dusk in the desert”, ma dopo è tutto uno sfilare di bel rock: “I lose my mind”, “Too many times” e “Yellow Mama” inalano piacevoli essenze seventies, spruzzate a loro tempo da Zeppelin e Black Sabbath.

Invece, “Ask Satan to save me” affila chitarre misurate ma forgiate con aspetti creativi, mentre il singolo “Don’t jump the fence” si muove tra echi di Thin Lizzy e Foo Fighters con dettagli centrati di rock’n’roll.

Poi, sulle rotaie della tracklist, i Gorilla lanciano i treni a gran velocità di “To live it free” e “Magic van”, per giungere in orario e farsi trovare pronti al grande appuntamento con l’imminente notorietà, appena la gente svilupperà un briciolo di cultura musicale in più.

Sveglia, popolo! Vi state perdendo un sacco di bella musica… (Max Casali)