recensioni dischi
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PENTHOUSE  "Music undersea"
   (2023 )

È una sorpresa ascoltare una band così particolare, che ha saputo costruire una musica avvolgente come l’edera, con la consapevolezza delle potenzialità di una voce come quella di Michał Strażewski. Elementi importanti per una proposta moderna fatta di suoni dal profumo maledetto e che riportano spesso al magnifico magnetismo di David Bowie.

La musica che sorregge questa voce “bowieana”, sembra effettivamente provenire dall’oltretomba. Una sensazione caratterizzata da temi cari ad un certo garage rock anni ’60, a sua volta sporcato da sfumature punkoidi ed iniettato di schegge elettroniche, che riescono nell’insieme a dare un effetto che, se fosse un colore, sarebbe un viola intenso. Un’immagine che a tratti si annoda grazie ad incontri fatali con cose degli anni ’70, tra un solfureo soul o comunque con il blues “filtrato” con l’anima di allora. Un’esperienza artistica che assomiglia ad un rito voodoo in presenza del Baron Samedi.

Ulteriore elemento interessante, è che tutto ciò ha passato gli oceani fermandosi in Polonia, perché è qui e ora che ascoltando canzoni magnetiche ed elettriche come ‘Entertain Me!’, si possono gustare sorprendenti pezzi di riff alla ZZ Top.

L’apertura di ‘Morning Listener’ non deve trarre in inganno, anche se il richiamo alla hit dei Doctor And The Medics ‘Spirit In The Sky’, per i giovani degli anni ’80 dice molto. Non che questo sia un demerito, anzi. È solo un assaggio di un percorso attraverso immaginabili lande oscure di un album che ancora una volta “rischia” di diventare un vero e proprio incubo sonoro. Onestamente bisognerebbe averne di più di... incubi come questo, di incursioni vagamente retrò come quelle in esso contenute, di questi rituali d’arte, le radici dei quali ormai prevaricano qualsiasi confine contaminando le menti più curiose ed attente.

Per una volta questi artisti non affrontano particolari viaggi interiori, ma piuttosto il contrario. Esplorano il mondo blues che già conoscono, ancora apparentemente pieno di insidie ma anche di “morti” eccellenti, che ancora oggi occasionalmente si fanno vedere trasformati in zombie. Sono convinto però che i Penthouse siano sufficentemente attrezzati nel guardarsi bene dall’affrontarli. (Mauro Furlan)