recensioni dischi
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LA JUNGLE  "Blurry landscapes"
   (2023 )

La Jungle è una band belga attiva dal 2013. In dieci anni di intensa attività in studio, con sei album pubblicati, e sui palchi con oltre seicento concerti realizzati, la band si è affermata con una proposta artistica che mescola anime anche profondamente diverse fra loro, condensando kraut, techno, trance e noise.

Approfittando dello stop forzato all’attività concertistica durante la pandemia, Jim & Roxie hanno lavorato a due nuovi album, il primo dei quali si intitola “Blurry Landscapes” e ha visto la collaborazione con dieci artisti grazie all’intercessione dell’Art et Marges Museum di Bruxelles.

Ciascuno degli ospiti ha scelto una canzone del disco, l’ha titolata e l’ha reinterpretata in chiave visuale, offrendo un connubio fra immagini e suoni spesso acidi e sempre imprevedibili, che oscillano dal post punk tiratissimo di “The Marvelous Forest of Our Dreams” alle traiettorie psych dance di “Hatching the Light”.

“Blurry Landscapes” riesce a esercitare un’attrazione magnetica sull’ascoltatore per la sua capacità di rappresentare un costante viaggio di scoperta: “Le Chemin Rapide” è la narrazione di un rito tribale notturno, “Bass from Funky Jacky” una danza allucinata e vagamente disillusa, “Voyage vers le cosmos en vaisseau d’argent” l’ultimo atto di un percorso che non poteva che regalare un ultimo guizzo space, con idee kraut visibili soprattutto nell’incedere ipnotico delle percussioni.

Non tutto il male viene per nuocere, come si suol dire: lo stop forzato a causa della pandemia ci ha indirettamente consegnato un altro buonissimo lavoro dei La Jungle, capaci ancora di far vivere ciascuna delle anime di un sound degno dei migliori trip. (Piergiuseppe Lippolis)