recensioni dischi
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CLAUDIA CANTISANI  "Sabrina sul petrolio"
   (2023 )

Io che col jazz c’entro quanto Dracula con l’aglio, ebbene ammetto di aver provato ben più di un brivido ascoltando “Sabrina sul petrolio”, terzo album di Claudia Cantisani, deliziosa vocalist e autrice, attiva dal 2007 tra validi riscontri di critica e rilevanti frequentazioni. Poliedrica artista di brillante eleganza e non comune ugola, docente di canto a tempo pieno, pubblica per La Stanza Nascosta Records queste undici tracce venate sì di jazz, ma leggero: è quasi un pop retrò travestito, una favola bella che avvolge e affascina con la sua malìa così squisitamente desueta.

Gran disco anzichenò, muove da territori d’antan, gigioneggia senza pavoneggiarsi, azzecca equilibri e dinamiche rinunciando a strafare (e potrebbe permetterselo!), nel nome di una fruibilità for the masses provvida e ben accetta. Gradevole, mai cervellotico, in linea con un intramontabile buon gusto universale, adatto a tutte le stagioni, mette in fila inediti, cover e piccole perle ripescate dai lavori precedenti, ricomponendo un mosaico dai colori vividi, intensi, allettanti.

Confesso che qua e là il piglio scanzonato mi ha ricordato qualche chansonnier d’oltralpe, da Thomas Fersen nell’irresistibile opener “L’affare di famiglia” a Bénabar nel numero da cabaret di “Fredaster”, boutade burlona in coppia con Andrea Agresti, ma c’è molto di più. C’è il duetto con Alessandro Haber - che offre un’interpretazione da consumato crooner buscaglioniano - nell’adorabile title-track; o la chitarra sottotraccia di Sergio Caputo nella cover della sua stessa “Blu elettrico”, che già era una gemma e che diventa qui – se possibile – ancora più suadente, grazie ad un lieve rallentamento e ad una soffice virata swing; ci sono il boogie sornione autoreferenziale di “Un paradiso del jazz”, lo slow portentoso di “Via vai”, il magistrale esercizio di stile di “Fragole e rum”, la frenesia pungente de “La storia di Egidio”.

Mentre la band – Felice Del Vecchio, Caterina Crucitti, Tony Arco, Sergio Orlandi, Moreno Falciani – macina impassibile, Claudia troneggia su trame accattivanti, duttile e versatile, amabile o impetuosa quanto basta, a seconda della materia che plasma. Camaleontica ed istrionica, capace di indulgere ad una maggiore riflessività, ad un raccolto intimismo, ad una sfacciata verve, si presta indifferentemente a humour caustico o riflessione confidenziale, in un milieu al contempo colto e popolare.

Questo è “Sabrina sul petrolio”: show senza età, musica che non invecchia, intrattenimento raffinato. Se chiudo gli occhi, mi ricorda l’atmosfera del piano bar di Lignano Sabbiadoro dove i miei mi portavano – ancora bambino, ragazzino al più – d’estate, qualcosa che sa di memorie sottopelle, di tempi andati che non se ne sono mai andati veramente. Chapeau. (Manuel Maverna)