DARIO TROISI TRIO "Tape songs"
(2023 )
La musicassetta. Il feticcio dei supporti musicali è intramontabile. Un po' capisco che uno si affezioni ai dischi che ha comprato da giovane, e poi vedendo l'arrivo dei cd li abbia trovati un po' freddi (i primissimi lo erano davvero), per non parlare della diffusione degli mp3, e infine della musica liquida, da ascoltare direttamente online. Lo capisco, però allora per coerenza, nelle produzioni attuali di vinili e musicassette, bisognerebbe perpetuare anche i difetti, come il fruscio della puntina (non a caso ricreato artificialmente e disponibile come effetto, in molti software). Nel caso delle cassette, ricordo l'audio che andava e veniva, non appena il nastro fuoriuscito era stato toccato con un dito. Per fortuna, non tutti i nostalgici arrivano a quell'estremo.
Il Dario Troisi Trio, nel suo album “Tape Songs”, uscito per Filibusta Records, propone un jazz classico, dove pianoforte, contrabbasso e batteria ricreano quella particolare atmosfera del cool jazz newyorchese degli anni '50. Il trio alterna brani originali a standard. Tra i titoli nuovi, c'è l'ironico “Lentone”, che è effettivamente un lento molto elegante. Divertente l'assolo di batteria in “I'll close my eyes”.
Ma, non contenti di esserci riusciti anche nel contenuto musicale, i tre hanno anche registrato il disco utilizzando vecchi mixer (anzi, usiamo l'espressione “banchi di missaggio”, vista la notevole dimensione di quei bestioni). Così, la sensazione di macchina del tempo soddisfa non solo chi ama lo stile di quegli anni, ma anche gli audiofili, che possono godere dell'illusione di ascoltare un disco che sembri uscito nel 1956.
Però senza fruscii né audio che va e viene. (Gilberto Ongaro)