hÄK/DANZEISEN "hÄK/Danzeisen"
(2023 )
Questo è un esperimento semplice da spiegare, e di curioso effetto all'ascolto. Norbert Würtz, in arte hÄK, assieme a Philipp Danzeisen, fanno un duo che unisce un'elettronica minimale, basata sulla ritmica, e un batterista con i trigger. L'intento è unire il sound elettronico dei sintetizzatori modulari, con il corpo del suono acustico ai fusti della batteria, per ottenere un terzo suono, fondendo le due fonti originarie.
Gli arpeggi quindi, tendono ad essere mononota, perché hÄK concentra l'attenzione più al lato ritmico ed energetico del suono, più che a costruire un'armonia. Si sente chiaramente in “Aufwärts”, la prima traccia dell'album (uscito per la storica Karlrecords), dove il loop sintetico corrisponde ai colpi di Danzeisen su timpano e tom, rigorosamente in sedicesimi. Si continua similarmente all'inizio di “Kurve”, ma nella seconda parte dl brano la situazione si apre. I due si slegano, e il primo crea fondi ambientali, mentre il secondo percuote in maniera più libera. Poi si ritroveranno verso la fine. Vogliono rappresentare il loro progetto come realizzato da degli uomini – macchina. Concetto sempre tanto caro in Germania, questo del Mann-Machine, di kraftwerkiana memoria.
“Ungerade” accelera i battiti, con le rullate al tamburo e l'elaborazione di una sorta di bass drop non lasciato terminare, e rimbalzato. Questo intorno a rumori bianchi modificati, tanto ricorrenti nella musique concrète. Ancora più spedito l'esordio del brano finale, “Abwärts”, che se da un lato consiste in forti e costanti rullate di timpano, dall'altro corrisponde in un'onda elettromagnetica lenta ed inesorabile. Ogni tanto capitano delle fermate, che rafforzano dinamicamente le ripartenze.
Una noise music quasi tribale, che tra elettronica ed acustica dà vita ad una chimera sonica. (Gilberto Ongaro)