recensioni dischi
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ENSEMBLE DEDALUS  "Radigue"
   (2023 )

L'Ensemble Dedalus non si ferma più: il settetto è tornato col terzo lavoro in studio in questo 2023. Intitolato “Radigue”, in omaggio a una delle più innovative e influenti compositrici contemporanee (Eliane Radigue), l’album, uscito per Montagne Noire Records, comprende due brani scritti nello stesso periodo: il primo, “Occam Hepta 1”, è pensato per un ensemble strumentale, mentre il secondo, “Occam XX”, è stato scritto per un sintetizzatore analogico, per l’occasione suonato da Ryoko Akama, artista nippo-coreana di stanza in Inghilterra.

Il primo dei due brani si presenta come una lunga suite di oltre ventotto minuti, dall’incedere piuttosto rigido, con la corposa strumentazione che sembra voler disegnare una linea retta con qualche lieve movimento e diverse cambi di intensità fra increspature e distensioni, con un finale lievemente sfumato.

Ancor più impercettibili sono le variazioni in “Occam XX”, dove la traiettoria musicale disegnata da Ryoko Akama concede soltanto movimenti estremamente lenti, con qualche dolce pulsazione a spezzettare il percorso quasi naturale di un flusso sonoro unico e compatto.

“Radigue” è un lavoro figlio del desiderio di esaltare il concetto di minimalismo: per sua stessa natura, un lavoro destinato a pochi, ma anche anche un disco di grande sensibilità artistica che si unisce alla serie di composizioni trasmesse oralmente avviata da Eliane Radigue quasi vent’anni fa. (Piergiuseppe Lippolis)