ERIC ANDERSEN "Foolish like the flowers - Live at Spaziomusica, Italy"
(2023 )
Nel 2019 Eric Andersen portava con sé sul palco Scarlet Rivera, violino per Desire e per la tournée Rolling Thunder di Bob Dylan nell’infuocato biennio 1975-1976, che aveva incrociato in quei mesi al Greenwhich Village proprio insieme al cantautore, Inge Andersen ai cori, Cheryl Prashker alle percussioni e Paolo Ercoli al dobro: questo inedito e originale carrozzone che flirtava a distanza proprio con la mitologica RTR fece tappa anche a Pavia. La pandemia si avvicinava, ma in quel momento nessuno poteva saperlo. Il concerto, tenutosi di fatto poco prima del lockdown, assume a posteriori contorni premonitori, e la sua straordinaria qualità è la prova plastica di quanto questo gruppo di musicisti sia stato capace di dar vita a una collaborazione armoniosa e appassionante.
“Sono onorato di essere stato invitato a condividere le mie [canzoni] in questa terra meravigliosa”: Eric Andersen proferisce (anche) queste parole durante lo show tenutosi allo Spaziomusica di Pavia il 9 novembre 2019 di cui questo disco è preziosa e schietta testimonianza. Accanto a lui sul palco c’è un gruppo di musicisti straordinario: Scarlet Rivera brilla dal primo all’ultimo secondo impazzando col suo violino indemoniato che riporta le lancette a quegli straordinari mesi al fianco di Bob Dylan quasi cinquant’anni fa, la moglie Inge è alla seconda voce ai cori, caldissima ed emozionante nella sua spontaneità e nel suo trasporto, l’ottima Cheryl Prashker, canadese, alle percussioni, produce una ritmica avvolgente e di evidente qualità, e l’eccellente suonatore di dobro Paolo Ercoli è la “timbratura” italiana nel quintetto. Le nove splendide canzoni contenute in questo live album sono la miglior dimostrazione di quanto questo amalgama funzioni.
I generi, le atmosfere e le attitudini attraversati in questi quarantanove minuti di musica sono innumerevoli: al blues velenoso e contagioso con cui si apre il disco, “Dusty Box Car Wall”, fa da contraltare il folk che è a tratti quasi crooning di “Hills of Tuscany”, la ballata country “Under the Shadows” risponde alla corale ed emozionale “Foghorn”, tutti numeri di altissimo livello che dimostrano quanto il cantautorato di Andersen e il talento della band che ha scelto di avere al suo fianco sappiano parlare dell’oggi e all’oggi senza mai lasciare indietro il patrimonio della canzone tradizionale country, folk, blues, rock e persino quella del mondo degli standard, quel Great American Songbook che non pochi dei più grandi, tra cui proprio Bob Dylan, negli ultimi anni hanno esplorato.
Lascia quasi a bocca aperta la capacità di Andersen e dei musicisti al suo fianco di valorizzare ogni singola canzone e di fare ciò immergendola in un humus diverso di volta in volta, per far sì che sia la canzone stessa, condotta per mano dal gruppo, a trovare, infine, la sua dimensione. Lo dimostrano le armonie corali che si fondono alle brillanti sfumature degli strumenti di “Foghorn”, le stratificazioni sonore e sentimentali dell’epica “(We Were) Foolish Like the Flowers”, dove il violino di Rivera è il protagonista assoluto, la precisione e la frammentaria incisività della strabiliante voce di Andersen che conduce per sentieri impervi la meravigliosa “Violets of Dawn”. Foolish Like the Flowers è sincero e affascinante e ha il grandissimo merito di rendere indimenticabile una serata mozzafiato come questa.
(Samuele Conficoni)