recensioni dischi
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ORIO ODORI & HARMONIA ENSEMBLE  "I sogni di Federico"
   (2023 )

Che impeto, che forza. Il compositore e clarinettista Orio Odori ci presenta un disco fatto da cinque creazioni, “I sogni di Federico”, per clarinetto, violoncello e pianoforte, con l'aggiunta delle percussioni. Qui siamo nell'ambito della “new classics”, e la cosa che spicca è la vivacità dei brani.

I due primi brani, “I sogni di Federico” ed “Examina”, sembrano collegati, perché se non si fa attenzione al cambio della traccia sul display, potrebbero scorrere fluidi come un'unica musica, tanta è la coerenza stilistica. Sono una cascata di note in tonalità minore, dal forte impatto emotivo. La prima forse i seguaci di Rai Radio 3 la riconosceranno, perché è la sigla del programma “Le meraviglie”.

Il turbinio continua anche in “Minor”, che inizia più tranquilla, ma poi si agita. Un 6/8 che fa venir voglia di volteggiare. “Evocus” invece è un racconto astratto per solo pianoforte, una composizione durchkomponiert, cioè che muta continuamente, per undici minuti. A meno che non mi sia sfuggita qualche ripresa (il materiale esposto è moltissimo), è sempre diversa. Si alternano fasi forti e deboli, fino alla coda sognante.

Ci si risveglia bruscamente con l'ultima impetuosa cascata di note, chiamata appunto “Impetus”, anche se al centro contiene momenti sussurrati, su un tema di pianoforte, poi trasceso dal violoncello. Le progressioni armoniche in quarta eccedente (ad esempio, la sequenza di accordi fa – si) fanno sempre il loro effetto “diabolico”, all'interno della composizione.

Il bello della musica “classica”, anche contemporanea, è che non risente del tempo che passa, al netto di grandi distinzioni storiche, come barocco – galante viennese – romantico eccetera. Questi brani sono stati registrati nel 1996, e ora il disco è uscito per Materiali Sonori, prodotto da Giampiero Bigazzi. E potrebbe uscire anche nel 2040 e suonare ancora fresco. (Gilberto Ongaro)