recensioni dischi
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SALAMAN ISKU  "Le voyage nocturne"
   (2023 )

Salaman Isku è il progetto di Julien J. Neuville. Avviato nel 2013, il nome è subito decollato con la pubblicazione di un EP omonimo situato all’incrocio fra rock e metal, ma infarcito anche di folk ed elettronica.

Quattro anni più tardi, Neuville è tornato con “Le voyage nocturne”, ripubblicato quest’anno per una nuova etichetta e segnato da un significativo cambio di sound, decisamente più orientato in direzione psichedelica.

In “Le voyage nocturne” si trovano sei brani contro i quattro del precedente S/T per una mezz’ora scarsa di durata: un’impostazione metal è filtrata da elementi di rock psichedelico e ancora folk, corroborando l’identità già costruita in passato.

L’incedere di “Le crépuscule” è inizialmente lento e morbido, prima delle increspature della fase centrale, che pongono una chitarra abbondantemente distorta al centro del discorso, mentre è meno schematico quello di “L’initiation”, fra accelerazioni e scioglimenti.

Come evocato dal titolo, “Le contemplation” sembra voler costruire atmosfere più meditative, anticipando le trame densissime e a tratti più cupe di "Le rêve", la cui tensione rimane costante pressoché per tutta la durata. L’ultimo atto è “L’aurore”, la cui narrazione carica di mistero è il suggello ideale per un disco pensato come viaggio notturno.

“Le voyage nocturne” è gradevole riscoperta di un lavoro che può arrivare facilmente a chiunque abbia familiarità con lunghi trip psichedelici costruiti intorno alle chitarre. (Piergiuseppe Lippolis)