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KLIDAS  "No harmony"
   (2023 )

Un buon debutto, come il dio del suono comanda, e come lo si costruisce.

Siamo tutti sulle spalle dei giganti, musicalmente parlando, e in una prospettiva più ampia su tutto l'ambito culturale cui apparteniamo. Va fatto questo percorso con umiltà, e anche voglia di osare, con rispetto ma senza timore. Non lo avevano David Bowie, Eric Satie, Igor Stravinsky.

Certo è stato definito come necessario, giusto e opportuno formarsi, andare a scuola, prendere lezione. Il sapere è fondamentale per crescere e progredire, non per omaggiare la tradizione e quindi impedirsi ogni progresso ma per avere delle linee di sviluppo, anche da contestare, amalgamare, rivisitare.

Tutto ciò premesso salutiamo con piacere l'uscita di questo primo album dei Klidas, band sperimentale e ambiziosa che garantisce suoni non preconfezionati, industriali, costruiti con lo stampino come la gran parte degli ascolti odierni. Qui la miscela è esplosiva ed esaltante, lirica e travolgente al tempo stesso e merita non un ascolto distratto a mordi e fuggi, ma una tale sostanza va delibata e centellinata con cura, anche se non siamo davanti a un bicchiere di vino da meditazione quanto a una pozione magica capace di esprimere e sprigionare nelle nostre orecchie una varietà ampia di emozioni, colori, energie e in una parola situazioni esistenziali.

Con questo album siamo di fronte a un flusso ben orchestrato e che a ogni svolta del percorso rivela un panorama nuovo e quindi poco ripetitivo, e di tutto sommato buona digeribilità nonostante la massa importante di suoni e di armoniche che gli altoparlanti generano con questa musica.

A fare da collante al tutto c'è poi il ritmo, pienamente moderno e adeguato sostegno ai vigorosi tappeti sonori hard di chitarre che non fanno rimpiangere i maestri ma costruiscono una buna muscolatura sonora all'impalcatura che, come detto, è architettura di sopraffina confezione, e non sarebbe dispiaciuta anche a un genio di difficili gusti come Frank Zappa.

Non si sente la mancanza di testi, percentualmente rarefatti rispetto ai suoni e quindi ancor più intensi quando ci sono, perché a parlare e ad evocare quel tanto che basta e che è giusto ci pensano soprattutto le note e il modo in cui sono state disposte sulla tavolozza.

Un lavoro complessivamente raffinato, direi quasi inattuale perché colto e aristocratico, che inevitabilmente selezionerà il suo pubblico ed è giusto che sia così, anche se all'ascolto non ci sono poi soverchie difficoltà di lettura e di coinvolgimento, segno che quando la musica è fatta bene è anche comunicativa a priori, a meno che la sordità acquisita a suon di schifezze assimilate negli anni ne annulli la portata.

Un lavoro, questo dei Klidas, che prende per mano le lezioni del passato e di tanti contemporanei, dal rock al jazz, e le fa proprie con un tentativo di armonizzare tante parallele radici in un nodo che non è un nodo, ossia, come dice il titolo, "No harmony", perché a volte la bellezza risiede nell'ibridazione e nella diversità, in un insieme dove colori freddi e caldi trovano comunque calorosa accoglienza. Un prodotto maturo cui va, senza se e senza ma, un meritato plauso di stima con un bell'8 e mezzo e la speranza che dal vivo, ossia in presa diretta (quella che il gruppo negli anni ha maturato per arrivare alla presente incisione), l'interplay funzioni come sull'hard disk.

Anche in questo caso si raccomanda per l'ascolto non cuffiette impregnate di cerume ma un impianto stereo all'altezza della qualità di ciò che si ascolta, se non l'avete andate dal fratello maggiore, dal vicino o nel più vicino negozio di hifi se ne trovate ancora.

Nati quasi dieci anni fa, si sono fatti le ossa ascoltando gruppi come Dream Theater, The Mars Volta e Radiohead. E lo si stente nelle prodezze virtuosistiche di certi passaggi e assoli. Un lavoro made in Marche, anzi "la" via marchigiana al prog e alla sperimentazione sull'eredità della psichedelia, direi, ma che ha avuto una realizzazione tecnica prestigiosa all'estero per arrivare al prodotto finale. Chapeau. (Lorenzo Morandotti)