recensioni dischi
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KETTY TERIACA  "Da lontano"
   (2023 )

Nel suo nuovo disco introspettivo e corale la pianista catanese Ketty Teriaca, accompagnata unicamente dai tasti del suo strumento, crea quindici magistrali composizioni di ampio respiro e straordinariamente variegate, un tuffo spericolato in tutto ciò che l’inventiva della compositrice e le possibilità del pianoforte possono produrre incrociandosi.

Nella dedica di Da Lontano Ketty Teriaca si rivolge a sua madre e “a tutte le madri che affiancano con costanza i propri figli nelle loro passioni": una frase chiara e sincera che in qualche modo costruisce le atmosfere e gli ambienti di un disco che è emozionale e diretto nel suo dipanarsi lentamente e visceralmente nell’interiorità di chi lo ascolta. Già nei primi brani dell’opera il panorama è disegnato: un pianoforte levigato, armonioso e sussurrato ci conduce negli anfratti più reconditi del cuore dell’autrice in composizioni abbacinanti e ipnotiche come quella che dà il titolo al disco, un viaggio tra sogno e realtà, o come “Planare”, elegante e misteriosa, ed “Ecuba”, sperimentale e coraggiosa nel suo richiamarsi alla tradizione cercando di reinterpretarla e declinarla in nuove forme e dimensioni.

Da lontano è un disco complesso e multiforme che però ha tra i suoi punti di forza quello di riuscire a essere comprensibile e appetibile anche per l’ascoltatore comune. Brani intensi e incisivi come lo scivoloso e claudicante “Lamento para maroca” si impossessa di te nel suo crescere e variare, un pezzo come “Ultima luce” ti conquista, ti circonda e ti ferisce con il suo essere scarno e contemporaneamente così vivido, la luminosa “Per Elsa” ti rapisce con la sua brillante melodia e grazie a un’esecuzione particolarmente sentita e ricercata. Tutte le composizioni del disco sono particolarmente efficaci e appassionanti.

I brani di Da lontano rappresentano, inoltre, anche un tributo alla pianista stessa: essi sono stati infatti composti da otto tra compositori e musicisti contemporanei che stimano profondamente Teriaca, otto pezzi che sembrano scrutare fino in fondo e con sorprendente accuratezza la psiche e il modus operandi della performer. Si tratta di composizioni dense di temi e di spunti, saldamente e accuratamente costruite e levigate, crepuscolari e introspettive, che non si esauriscono nel brano stesso ma si sedimentiano nella coscienza di chi le ascolta, crescendo e mutando nel corso del tempo e dello spazio. (Samuele Conficoni)