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GINEZ E IL BULBO DELLA VENTOLA  "Sambuca sunrise"
   (2023 )

Nuovo disco per il cantautore ligure Ginez e per il suo ensemble di musici Il Bulbo della Ventola. Nuovo disco dal titolo “Sambuca Sunrise” che si mostra al pubblico dalla bellissima copertina a cura del fotografo Andrea Maglio, che gioca con le luci e le sue ombre, come fa il titolo ed il suono di questo disco.

Brani che, in perfetto stile di Ginez, si arricchiscono questa volta di ingredienti interessanti come Piero Dondi all’organo Hammond, la tromba di Raffaele Kohler, i violini arrangiati e suonati da Simone Rossetti Bazzaro, una voce femminile a firma di Alessia Baldini, Carlo Ormea alla fisarmonica e Francesco Saverio Gliozzi al violoncello. Spero di non dimenticare nessuno…

Il risultato è un suono che, viste le premesse, ci aspetteremmo corposo e - come direbbe qualcuno - “sovraprodotto”, ma in realtà le soluzioni di arrangiamento rispettano tantissimo l’intimità e la visionarie figure allegoriche che il protagonista cerca con la sua voce decisamente caratteristica. Certo, i rimandi sono tanti e inevitabili, ma il carattere di unicità affiora soprattutto nella tessitura e nell'ideazione dele chiuse e delle progressioni.

Il blues di “Autunno”, ad esempio, non si lascia mai andare a scontate derive fumose, piuttosto resta fermo dentro un sound dell’anima che ha tutte le carte per dirsi italiano e non altro, nonostante (ed è qui la magia) l’apporto magistrale dell'Hammond che colora e non poco… e si ascolti l’inciso de “L’ombra dell’amore”, così come il “Dua-dua” a corredo, quanta italianità “esiste e resiste”, quanto si “sforza” la voce a seguire melodie più lineari e pop del solito.

Ci riesce Ginez, e nelle aperture quasi cambia carattere per poi riappropriarsi della sua vera identità nelle chiuse affilate delle parole finali. E se “Lettera” sembra essere una dichiarazione alla vita (nonostante sia la morte la vera dama ispiratrice del brano), la title track in sé custodisce il vero senso spirituale del disco, un commiato dal sapore balcanico, un brano vivo ma dai contorni malinconici. Ombre e luci.

Non spoileriamo tutto il resto dell’ascolto, anche se va detto che un brano come “Memorie di un poeta” è davvero il momento che non mi aspettavo per la voce di colui che guida Il Bulbo della Ventola… lasciamo sospeso l’incanto che provo in un lavoro dentro cui la parola è ben affilata con un fascino decisamente infantile, mai cresciuto per fortuna, mai adulto e anzi sempre in cerca di un ritorno al passato, a cercar sempre illusioni e fantasie di ogni sorta per rallegrare il senso nostalgico con cui, gli adulti dicono, si deve star al mondo.

Ginez sa farlo bene, è un cantautore, manovra l’aria e le sue vibrazioni come fa con le parole e le sue allegorie. “Sambuca Sunrise” stenta a trovare una melodia che rivoluziona la partita, ma nel suo cantuccio di genere e di ragione, esiste e resiste con una dignità importante. (Paolo Tocco)