QUARRY "Positioning the sun"
(2023 )
Ormai ho perso il conto di quanti dischi sono frutto della pandemia e del terribile confinamento vissuto: ma occorre distinguere che non tutti gli artisti sono stati capaci di trarne vantaggi evolutivi. Quelli che, invece, ci sono riusciti, hanno tendenzialmente generato grandi albums.
Tra questi, spicca indubbiamente questo “Positioning the sun” firmato Quarry (Vittorio Tolomeo), personaggio di stanza a Londra e dal curriculum importante, con apprezzamenti ricevuti a livello internazionale e militanze con i Noema e altre bands.
Quello che si potrebbe evincere al primo impatto fa pensare a descrizioni oscure e poco ottimistiche, ma un ascolto più guardingo ed analitico fa scorgere più luce con i valori sottolineati di libertà, “Freedom”, purtroppo calpestata da oltre un anno dalla guerra in Ucraina, come recita “New City Comes Along”, oppure difendere la capacità di sognare senza mai distaccare lo sguardo dal cielo nella splendida “Kick the void outside”.
Si potrebbe alludere a proclami di spiccio populismo ma, ovviamente, è concetto da scartare sùbito, in quanto Quarry batte sul tasto passionale ed idealista per ricordarci quanto sia fondamentale braccare spicchi di sole e respiri ad ampio raggio, senza smarrire mai la bussola esistenziale, talvolta aiutandosi con pensieri immaginifici che non isolano dalla realtà ma la rendono, semmai, più gestibile. Episodi come “Beyond any sense”, miscelano tratteggi di Dylan fuso negli Oasis, grazie alla bella acustica incorporata, ma Quarry sa anche sfoderare misurati ruggiti nel rock-act di “Dream Free Dreams”, o estraniarsi nello splendido piglio Bowie-iano di “Breathe the sun”.
Inoltre, si possono forse trascurare capitoli come “Merge”, coeso in eclettica espressione futurista, o l’alt-wave di “Higher higher”? Certo che no! Ma neanche l’inno declamatorio di “Radio inner world” non è robetta dozzinale, qui ogni traccia lascia intendere che il percorso intrapreso è un “trip” che stimola l’immediato passaparola. In tanti si dannano a spulciare dischi, alla ricerca del viaggio uditivo perfetto, e qui lo si vive pienamente, e c’è pure al capolinea (all inclusive) anche una coccola di speranza chiamata “Flash of Lighting”: una sorta di bagliore di luce che risplenderà ad ogni “replay” di “Positioning the sun”. Have a pleasant journey… (Max Casali)