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MOONMINE  "Free.pop"
   (2023 )

L'album “Free.pop” di Moonmine, da egli autoprodotto, è uno di quei prodotti orgogliosi d'essere casalinghi, con quel gusto per l'underground che tende ad unire batterie elettroniche a chitarre acustiche ed elettriche. Moonmine suona tutti gli strumenti e scrive musiche e testi.

Le canzoni sono scritte a distanza temporale, e sono raccolte in un insieme variopinto, tra sensazioni lo-fi rock, blues, elettronica ed esperimenti corali, come i 22 secondi di “I just need”. I testi si alternano tra italiano ed inglese. Il risultato è che in italiano si percepisce un certo spirito beffardo come quello di Ivan Graziani, mentre in inglese la timbrica sembra assomigliare a quella di Asaf Avidan.

Ma accade di tutto. In “Full love”, si alternano una parte eterea in un tempo di 5/8, e una parte carica di groove in 3/4, con voce in falsetto e note di mandolino alla fine. Il tono sarcastico si fa sentire in “A Dio”: “Pregherò ma io non l'ho fatto mai, riuscirò a giustificare tutti i miei guai? Ormai che il mio tempo si è dissolto sai, ma prometto di rimanere lucido”. Non manca la canzone alcolica, con umore scazzato, “Drink all day”, ma Moonmine ha anche unito tre canzoni in un'unica traccia da 8 minuti: “A song for all (pt. 1, 2 & 3)”. Si passa da suoni acidi a una chitarra acustica.

Compensando la lunghezza di questa, c'è una canzone da un minuto: “Funck”, ovviamente un funk irriverente. “Water” alterna un riff rock bello deciso, a una fase synth, mentre “War is over” non è la cover di John Lennon, ma un contraltare più sarcastico.

“Non mi diverto mai” è un'altra espressione dello spirito spigoloso di Moonmine, tra insulti e dichiarazioni d'indipendenza: “Vuoi parlare anche se / a me che cazzo me ne / parole inutili (…) quante cazzate sto sentendo qua (…) vaffanculo, faccio come voglio, non sono cazzi tuoi”. Nonostante la rudezza del testo, il riff di chitarra acustica è tanto catchy.

C'è anche una capacità melodica, che si esprime in “Non ho tempo”, brano contemplativo su pianoforte: “Per galassie infinite (...) nuotano i pensieri miei (...) Ore giorni interi si rincorrono, quante volte ho pensato che non ho tempo per guardare dentro me. Ma che pessima abitudine”. Chiude l'album “Goodbye Arrivederci”, tra suoni acustici e sintetici ancora una volta uniti, in un arrangiamento ottimista, che chiude un disco di umori contrastanti, con una sensazione positiva: “Mi riscopro vivo”.

Si sente che Moonmine ci tiene a non essere incasellato, e in quel che produce ci mette un guizzo di strafottenza in fondo punk. Che poi è il filo rosso che collega e rafforza le produzioni DIY, perché l'orgoglio di dare vita ad un disco da soli è inspiegabile per chi non lo prova! (Gilberto Ongaro)