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JAMAX  "Cosa vuoi fare da piccolo?"
   (2023 )

Talvolta, la musica può rappresentare croce e delizia: ti può fermare per anni, ma può anche tornare a sedurti e non lasciarti più.

Un’esperienza di questo tipo ha toccato anche l’artista pratese Jamax (Fabio Giuliani) che, nel decennale 2005-2015 (dopo militanze nei Parole del Profeta e The Jek), decise di prendersi un lungo periodo sabbatico per ridefinire il suo futuro. Ma, fortunatamente, ha poi ripreso presto il tragitto progettuale che lo ha portato a lavorare in sinergia col producer Pio Stefanini ed il compositore Stefano Simmaco, per allestire il primo album “Cosa vuoi fare da piccolo?”, formato da 8 brani dal taglio personale e moderno, nei quali Jamax racconta il suo mondo con acume sensibile, per nulla scontato e, soprattutto colmo di sincerità.

Questo non è un dettaglio trascurabile, e l’ascoltatore lo avvertirà all’istante, sintonizzandosi sulla sua frequenza propositiva. La freschezza dell’opera è ragguardevole: basti pensare che già metà dei brani sono stati incoronati a singoli di lancio. C’è il flusso gagliardo di “Con i piedi per terra inciampo”, l’intima narrazione filo-Ferro di “L’isola dei giocattoli rotti”, che lascia un solco emozionale sulla pelle, l’affettuosa e delicata dedica al padre di “Per sempre tuo figlio”, liberamente ispirata ad una poesia di Gabriele Corsi (dell’area Radio DeeJay), mentre “Un posto scemo” lascia fluire ruscelli di garbato rap e canto con spruzzate di misurata elettronica.

Con un sound cosi moderno ed accattivante, Fabio ci delizia senza ostentare spocchia e vanto narrativo, con dettagli strumentali tarati a puntino ed il tocco di Stefanini che emerge in ogni dove. La tenera e cullante “I sogni” lascia spazio ai ricordi infantili di sua figlia, che formulava domande innocenti con un loro giusto perché. L’intensa e struggente “Pioverà Bellezza”, sigilla l’opera con un atto che vuol rimarcare l’allarmante tematica dello stupro, che ha riguardato (purtroppo!) anche una sua amica.

Per quanto udito, possiamo certificare che “Cosa vuoi fare da piccolo?” è una teca di otto preziosi, che splendono nella costellazione di un cantautore capace non solo di raccontarsi senza retorica, ma di esplicare il suo ruolo di artista con slancio puramente ancestrale. (Max Casali)