SAINKHO NAMTCHYLAK "Where water meets water: Bird songs & Lullabies"
(2023 )
Da Tuva a Venezia. Sainkho Namtchylak, cantante siberiana, si reca nelle isole della laguna di Venezia e, assieme al produttore Ian Brennan, per Ponderosa Records pubblica “Where water meets water: Bird songs & Lullabies”.
Essenzialmente, la musica è costituita dalla sua voce e dall'acqua; ma in realtà, solo due tracce sono così radicali nella scelta: “At Pier's Edge” e “Singing to the sea”. Qui abbiamo davvero solo acqua e voce, e nella seconda possiamo apprezzare le diplofonie del canto tibetano. Ma altrove, le performance vocali improvvisate sono accompagnate da monocordi, come nella lunga “Rising tides”, da arpeggi di chitarra in “Migration trails” o da percussioni armoniche in “Search & Rescue”.
A proposito di “Migration trails”, dopo un po' la voce viene affiancata, in lontananza, dai gabbiani. Sembra sia in atto una comunicazione tra la voce istintiva di Sainkho e quelle dei volatili. La ricerca della cantante è proprio quella fonetica, sulla funzione linguistico – comunicativa della voce umana, in rapporto con i linguaggi della natura, entrando a farne parte.
La voce di Namtchylak ha un timbro cavernoso, e lei indugia spesso su un registro poco esteso di note, con pochi salti in alto, a parte nell'introduttiva “Inside asylum”, che sorprende con una performance intensa. A parte questo, l'esito è una musica ipnotica, che vuole far contemplare l'ambiente circostante e indurre a meditare. Di sicuro, una delle musiche più “liquide” incontrate finora! (Gilberto Ongaro)