ALBERTO DONATELLI "Arcobaleno di profilo"
(2022 )
Non so perché, ma in certi artisti si denota sùbito una gran personalità ed indipendenza che ingloba un forte grido di libertà e svincoli da tenaglie e condizionamenti di mercato, a tal punto di non chiedere nulla a nessuno per sfogare le proprie idee con autoproduzioni.
Il rocker romano Alberto Donatelli abbraccia l'intento da quattro album a questa parte, compreso il nuovo "Arcobaleno di profilo": come dire... osservando le cose da prospettive più ampie si scorge, magari, qualcosa che gli altri non notano, come appunto suggerisce il titolo.
Con quest'altra prova, il Nostro piazza ulteriori 13 brani sferzanti di grinta, energia e power-rock su tutta la linea. Forgiato con indùbbia cura e capacità, ormai sa come arrivare a scuotere anima e cuore, con l'offerta di sonorità che ti danno la giusta adrenalina per non rassegnarti a mero spettatore di una
vita che va onorata con l'equilibrato ruolo di protagonista.
L'iniziale scossa strumentale di "Rock on!" ci apparecchia un desco carico di gustose portate fibrillanti e, per Alberto, "Dire la verità" significa rivelarla senza peli sulla lingua, costi quel che costi, cosi come la trasparente e rugosa "Non avevo bisogno". Poi, "Quello che mi pare" apre il suo credo per l'incrollabile dogma della libertà, accollandosi il rischio di qualsiasi responsabilità ma sempre con l'orgoglio di non piegare mai la testa!
Cambia rotta la blueseggiante "Ti hanno detto (oh yeah!)", mantenendo comunque una verve personalissima, e quando cola "Sangue" non ce n'è più per nessuno: l'invettiva striscia senza mezzi termini con testo ematico e vibratile, che fa mantenere alto il tasso di tensione.
L'esenzione adrenalinica si trova nella dolcezza di "Claudia", "Un altro emisfero", e nelle power-ballads "Credo che" e "Piove odio", molto vicine all'area del Liga nazionale. Torna l'intensa energia con "E' tutto qui" e, soprattutto, per chiudere alla grande con la gun-version di "8 stagioni" che fila liscia con ruggente guitar e piglio ritmico di efficace fattura.
Anche se passano degli anni, tra un disco e l'altro, Alberto non se ne sta con le mani in mano poiché punta a ricaricare il suo piccolo arsenale di pallottole rock, sempre pronte a far rumore. Un sano rumore iridescente. (Max Casali)