VORIANOVA  "Pàrtiri"
   (2019 )

Spesso, quando si ascolta un progetto musicale da recensire, si cerca sempre di catalogarlo, di dare delle coordinate “di ascolto”, ma nel caso di “Pàrtiri”, il nuovo album dei Vorianova, l’unica collocazione che sono riuscito a trovare è nel significato stesso della parola “MUSICA”, ossia di quella nobile arte, riservata ai musicisti dotati di emozioni, in grado di fondere insieme suoni e voce dell’anima.

I Vorianova arrivano dalla mia amata Sicilia, con un vento nuovo ma “assuppatu (intriso) d’antico”, che porta con sé la musicalità del dialetto siciliano e con esso l’amore e l’orgoglio per una terra martoriata ma capace sempre di stupire.

La musica del quintetto siciliano è una musica che appartiene a tutte le epoche e a tutte le culture, che muta il proprio significato di canzone in canzone: “Partiri” è un disco di musica colta ma al contempo di musica popolare, di quella che si tramanda oralmente, è una lode al dialetto siciliano seppur contaminato dal suono del mondo.

Tutto questo è “Pàrtiri”, un disco di rara bellezza i cui testi sono scanditi da deliziosi assoli di chitarra acustica, come nella traccia di apertura che porta il titolo del disco e di cui è la canzone manifesto.

L’alternanza di emozioni e di sentimenti è la caratteristica dell’intero componimento, un susseguirsi di undici “perle” inedite e magistralmente arrangiate: si passa così da ballate lente e piene di poesia come “Ragiuni d’amuri” o “Affaccia cori miu”, alle struggenti ed amare parole d’amore per la propria isola, in “La me terra” che, soprattutto nel finale, mostra spiccati accenni prog di “osanniana” memoria, e decise sfumature folk grazie alla presenza di un delicatissimo violino.

Non mancano echi di world music come in “La vita è iocu” e “L’amuri aspetta”, pregevole la delicata fusione tra chitarra classica ed elementi elettronici, e lampi di luce come la festante “A lu paisi”, dove la presenza della fisarmonica di Ruggiero Mascellino dona una chiara connotazione folk al brano.

Ascolto dopo ascolto, ti accorgi che “Pàrtiri” è un disco contaminato in ogni sua nota, e che fa della ricerca dei suoni il suo tratto distintivo: “devi amare per poter suonare” diceva Louis Armstrong, e di passione, amore e contaminazione in questo progetto, c’è ne davvero tanta: basta ascoltare “Appressu o tempo”, un brano che è un’esortazione a fare attenzione ai piccoli particolari, o “Vuci di Mari” fino alla conclusiva e bellissima “U tempo di na vita”, emozionante preghiera moderna eseguita soltanto con voce e piano.

Se posso dare un consiglio per l’ascolto del nuovo progetto musicale di Cesare Di Biagio, Luca Di Martino e dei loro compagni di viaggio, è quello di ascoltarlo lentamente ed attentamente, poco importa se talvolta il dialetto siciliano non è comprensibile, fidatevi: chiudete gli occhi, lasciatevi trasportare dalla musica lungo il cammino sensoriale che i Vorianova sono riusciti a creare, perchè ogni canzone ha una storia da raccontare, una quotidianità da vivere e un frammento di vita in cui specchiarsi. Voto:9. (Peppe Saverino)