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20/11/2024
07/12/2012 DURAN DURAN
John Taylor racconta la storia della band in un libro
Esce anche in Italia il libro di John Taylor "Nel ritmo del piacere - Amore, morte & Duran Duran" (Arcana, 332 Pagine, 18,50 Euro). I Duran non sono i Beatles e mai lo diventeranno. Hanno un posto diverso nella storia della musica. Eppure nella sua autobiografia John Taylor, cofondatore e anima della band, non dice un'eresia quando paragona il loro successo negli anni '80 a quello dei Fab Four. Chi tra le attuali quarantenni non ha appeso in camera un loro poster? Chi non ha usato “Save a prayer” come colonna sonora del primo amore? I Duran Duran più che la musica, hanno cambiato il modo di viverla. Lo hanno fatto sin da quel concerto di Brigthon del 1981, uno dei primi della carriera, dove - ammette il bassista, - non erano proprio le note ad interessare il pubblico tutto femminile. "Sono venute per sentire le proprie urla. E quello che hanno da dire è: “Prendimi, scegli me! John! Simon! Nick! Andy! Roger!". Cinque ragazzi di Birmingham e dintorni, precursori delle boy band, ma sicuramente molto in più. Con 100 milioni di dischi venduti e molte hit prime in classifica in tutto il mondo, i Duran Duran hanno segnato gli anni '80 con il movimento New Romantic e l'uso dell'elettronica. Un mondo fatto di vinile e audiocassette, testimoniato dalle foto a colori o in bianco e nero raccolte nel libro. "Anche su un'isola deserta sarei capace di formare una band. E' più forte di me", racconta il bassista. Fu lui, con il compagno di liceo Nick Rhodes, a fondare i Duran nel 1981. A loro si unirono oltre a Simon Le Bon, anche Andy Taylor alla chitarra e Roger Taylor alla batteria (i tre Taylor non sono parenti). Nel 1981 l'album omonimo del debutto e le prime provocazioni con il video di “Girls on film” censurato dalle principali tv per le immagini ritenute oscene. Poi il successo planetario con “Rio”. I tour in Europa, poi Australia, Giappone. I video dell'album girati ad Antigua con la band in barca a vela tra spiagge da sogno e belle donne vengono criticati come "l'arrogante rappresentazione del peggiore opportunismo thatcheriano”, ma - spiega il bassista - "le intenzioni non erano politiche". Non lo erano neanche dopo, nella seconda metà degli anni '80, quando "il pop divenne più politico ed anche più sobrio con Madonna e Prince contrari alla droghe". Lo stile di vita di John era un altro: alcool, cocaina, belle auto, decine di donne. Nell'82 la band va in tour a bordo di un bus con cuccette. "C'è qualcosa di meno sexy e più scomodo di un rapporto sessuale consumato in un pomeriggio su un bus, è come fare sesso in una bara", assicura Taylor. Nel 1986 ecco “Notorius” senza Andy Taylor e con Warren Cuccurullo alla chitarra, che segna l'apice della carriera. L'anno dopo, con la Duranmania già in calo, il primo tour in Italia, che arrivò "come un cavaliere a difendere l'onore di una principessa". "In un clima da Dolce Vita", il bassista ricorda anche un incontro con una incantevole Sandra Milo. Dopo quel tour "la fama in calo, un onnipresente senso di catastrofe imminente, la dipendenza da troppe cose: alcol, droghe, successo, automobili". Il musicista si confessa ed è la parte più commovente del libro. Ricorda le sue mille storie, tra cui quelle con Janine Andrews e Renee Simonsen. Quindi il primo matrimonio con Amanda De Cadenet, dal 1991 al 1997, e la nascita della figlia Atlanta nel '92. Dal '99 il secondo matrimonio con la stilista americana Gela Nash, già madre di due figli, Zoe e Travis. In mezzo la fase più difficile della sua vita. "Guardavo le persone che potevamo avere una vita familiare serena e provavo risentimento", spiega Taylor che nel '94 decide finalmente di andare in terapia in un centro dell'Arizona, che gli apre una seconda vita. Nel 2001 la reunion dei Duran Duran, due nuovi dischi, poi l'ultimo miracolo nel 2011 con “All you need is now”, primo nelle classifiche iTunes di tutto il mondo. "Tante cose sono cambiate", scrive Taylor parlando dell'ultimo tour. Nel pubblico, ad esempio, "il numero delle donne non è tanto diverso da quello degli uomini". "Quello che non è cambiato - dice - è la pelle d'oca che ho ancora quando una nota scivola impercettibilmente nell'altra". (Musicalnews)