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18/02/2009 SANREMO 2009
Prima serata: decollano gli ascolti, eliminati Tricarico, Zanicchi ed Afterhours
Paolo Bonolis è riuscito a far decollare gli ascolti nella serata d'apertura della 59/a edizione del Festival di Sanremo con oltre 14 milioni di ascoltatori. L'esordio è stato seguito da 14 milioni 173 mila spettatori con il 47,11% di share, nella prima parte e da 6 milioni 654 mila con 49,51% di share nella seconda. La media ponderata della serata è stata 10 milioni 114 mila telespettatori con il 47,93%. Oltre dieci punti di share in più rispetto all'esordio del Festival dell'anno scorso (media ponderata del 36,46%) che aveva registrato un clamoroso calo di ascolti. La prima parte della serata del Festival di Pippo Baudo 2008 aveva avuto il 35,01% di share e 9 milioni 518 mila nella prima parte (il 39,44% e 4 milioni 818 nella seconda). I Ris su Canale 5 ieri hanno avuto il 14,38% di share e 4 milioni 040 mila spettatori. Rai Uno è stata leader della fascia con il 38,33% di share, mentre Canale 5 ha avuto il 19,66%. Bonolis, nella serata che ha visto ospite Roberto Benigni non é riuscito a ottenere i numeri del suo Festival 2005 che era stato visto da 16 milioni 599 mila (54,69% di share) nella prima parte, e 12.429 mila (56,43%) nella seconda con una media ponderata del 54,78%, ma è riuscito a risollevare alla grande un Festival che rischiava di entrare in una crisi irreversibile. Benigni, Mina e il Nessun dorma, le stonature, le papere della vedette femminile, l'Italia che "ha rotto" di Masini, il sesso senza amore della Zanicchi e l'omosessualità, l'eliminazione, secondo tradizione, di due dei dei nomi più interessanti, Tricarico e gli Afterhours, più quella prevedibile, di Iva Zanicchi, la poesia di Alda Merini, persino il presidente dell'assemblea dell'Onu. Solo Sanremo può presentare in una sola serata un menu del genere. Chiamato a condurre un'edizione da "o la va o la spacca", Paolo Bonolis ha scelto un profilo piuttosto istituzionale, contando sul fatto che a smuovere le acque ci avrebbe pensato Benigni. Ritmo non frenetico e più di quattro ore di diretta: il festival,si sa, non conosce la sintesi. D'altra parte c'erano 20 cantanti in gara, più gli ospiti. Come previsto, il Nessun dorma in stile Broadway di Mina in video ha regalato un'emozione rara per il festival. Poi Benigni, con il suo monologo che si è scatenato su Berlusconi, la sinistra, ha detto che Mina è come Bin Laden, ha preso in giro la Zanicchi e ha chiuso con un pezzo sull'omosessualità che, in nome della civiltà e di Oscar Wilde, ha chiuso le polemiche generate dalla canzone di Povia (foto). Con evidente soddisfazione di Franco Grillini, chiamato in causa in diretta da Bonolis. Francamente inconsistente il contributo di Alessia Piovan e di Paul Sculfor, il primo dei cinque super model maschili ospiti del festival. Luca Laurenti ha svolto la sua parte di fedele compagno comico di Bonolis. Quanto ai cantanti, chi ha pagato clamorosamente pegno sul palco é stata Patty Pravo che ha costellato di stecche la sua performance su ''E io verrò un giorno là''; anche Iva Zanicchi ha dato una prova mediocre in ''Ti voglio senza amore''. Come sempre ha cantato molto bene Francesco Renga, con la sua romanza pop ''Uomo senza età'', Nicky Nicolai e Stefano Di Battista sono a Sanremo in missione per conto del groove con ''Più sole''; Pupo, Paolo Belli e Youssoùn'Dour con ''L'opportunità'' stanno risalendo nelle quotazioni dei bookmaker; Albano in tono minore con ''L'amore è sempre amore''; Sal da Vinci canta un pezzo di D'Alessio come se fosse l'autore, Marco Carta con ''La forza mia'' è un Ramazzotti piccolo piccolo; Alexia e Mario Lavezzi con ''Biancaneve'' non lasciano tracce; Marco Masini sembra prigioniero del suo personaggio arrabbiato con ''L'Italia''; Dolcenera propone un rock da reality con ''Il mio amore unico''; Fausto Leali e le sue corde vocali sono prigionieri di un pezzo involuto, ''Una piccola parte''; i Gemelli Diversi studiano il disagio con l'hip hop all'amatriciana; gli Afterhours all'Ariston sembrano dei marziani con ''Il paese è reale''; Povia canta, ricordando Fabrizio Moro, ''Luca era gay'', il pezzo più discusso. La maratona è stata chiusa da quattro proposte: Malika Ayane, personaggio molto interessante, Irene, la figlia di Zucchero; Simona Molinari, tra le voci migliori del festival, con una performance illuminata dalle note blues della tromba di Fabrizio Bosso, Filippo Perbellini. A rappresentare il pop internazionale è arrivata Kate Perry, icona del glamour internazionale. (Ansa)