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news - rassegna stampa

13/07/2007   SLY AND THE FAMILY STONE
  Delusione a Umbria Jazz: Sly canta solo 3 brani e se ne va

C’era molta curiosità per l’atteso ritorno sulle scene di Sly & the Family Stone, il grande ensemble soul-funky-rock. Ma ieri a Umbria Jazz hanno dimostrato di essere non molto di più di una sigla ed un repertorio, guidati da un leader, Sly, praticamente assente. Perugia era l'unica data italiana del tour europeo. La band consiste oggi di una dozzina di musicisti e cantanti. Della vecchia guardia restano la trombettista Cynthia Robinson e Vet Stone, e c'è anche Lisa Stone, figlia di Rose. Il gruppo suona in modo storicamente coerente ma senza quel fuoco visionario che ne fece, a cavallo degli anni '60 e '70, un caso unico della musica per la fusione di rock bianco e soul nero. Nati nel 1967 a San Francisco, Sly e la sua Family suonarono anche a Woodstock, dove furono preceduti da Janis Joplin. Ci sono stati negli anni scorsi occasionali ritorni di Sly, tra i quali uno, recente, per la cerimonia dei Grammy. Questo tour arriva 40 anni dopo la formazione della band. Si apre con un hit epocale, “Dance to the music” e solo dopo mezz'ora appare Sly (foto), all' anagrafe Sylvester Stewart, nascosto dietro un paludamento di pelle che ne mostra poco. Il tempo di cantare “I want to take you higher” e “Family Affair”, poi se ne va. Restano i suoi compagni, mentre Sly è chiuso a chiave nel camerino e non apre a nessuno. Prima di Sly ha suonato Solomon Burke, monumentale ''re del rock & soul'' avvolto nel suo mantello bordato di ermellino, che canta seduto sul suo trono, un po' per posa reale, molto perché la sua stazza non gli permette di stare in piedi. E' una specie di juke box del r&b, Burke, che attinge a piene mani dal repertorio storico di Otis Redding, Joe Tex, Wilson Pickett, Ben E. King, James Brown, Little Richard: “Stand by me”, “Sitting on the dock of the bay”, “Soul Man”, “Georgia on my mind”, “Fa fa fa”, “Johnny Be Goode”, “Lucille”. La voce regge ancora e lo spettacolo nel complesso funziona: Solomon Burke, dopo tutto, vuole soltanto fare felici le persone con una notte di belle canzoni. (Music Link)