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14/01/2025
NEGRITA
Il singolo ''Noi siamo gli altri'' anticipa il loro nuovo album ''Canzoni per anni spietati'', in uscita a marzo

13/01/2025
LA TOP 30 SINGOLI DEL 2024!
I migliori brani dell'anno appena trascorso, secondo il nostro ''super redattore'' Manuel Maverna

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13/01/2025   LA TOP 30 SINGOLI DEL 2024!
  I migliori brani dell'anno appena trascorso, secondo il nostro ''super redattore'' Manuel Maverna

Carissimi, bentrovati.

In tema di musica, ve ne dico una nuova: i gusti son gusti.

E ancora: col tempo, un po’ si cambia. Non molto e non definitivamente, magari: ma si cambia.

Ci ho pensato: da bambino impazzivo per i Police, da ragazzino per gli Iron Maiden, da adolescente per i Cure, da ventenne per gli Helmet, da trentenne per la musica francese, da quarantenne per i Dover.

Ma la mia disponibilità a lasciare la porta socchiusa per far entrare qualcosa di nuovo è cresciuta in modo direttamente proporzionale all’età anagrafica: oggi, concedo una possibilità anche a chi respingevo con forza. Ascolto con sommo piacere album interamente strumentali (mi facevano orrore), apprezzo il country, oso qualche timido accostamento al versante più accomodante e meno ostico del jazz, e addirittura – ma vi pregherei di non dirlo in giro - mi tuffo con piacere nel liscio da balera.

Se Youtube potesse parlare, credo che rivelerebbe un lato di me – di noi tutti? – diverso da quello noto ad amici e conoscenti, raccontando che il nome che ho cercato e cliccato di più nel 2024 non è Lou Reed, bensì Beppe Junior.

E allora, beccatevi ‘sta robetta, in cui i primi tre della classifica-che-classifica-non-è sono davvero, nelle intenzioni, primo, secondo e terzo, ma dove tutti gli altri sono da considerare alla pari: ossia, puri e semplici suggerimenti d’ascolto, forniti alla rinfusa, però con passione.

E, come sempre, senza un filo logico, ché nessuno me lo ha mai chiesto.

C’è di tutto, siete avvisati, a ciascuno i propri vizi: il mio è Beppe Junior.

Statemi benone, alla prossima.

Manuel



1 Roberta Giallo: Ci salveranno gli alieni una speranza, un augurio: in fondo al titolo non c'è il punto di domanda, quindi benissimo così, li aspettiamo volentieri



2 Luca Fol: Diktat musica gente, cantatela tutti: c'è un giovane brillante che scrive bene, ha parole, strofe, acume e ritornelli



3 Fabrizio Tavernelli: Ci sta ci sono più idee, spunti, riflessioni in questa sola canzone che nell'intera discografia di (). Il nome tra parentesi aggiungetelo voi, il concetto non cambia



4 Poni Boi: Bam Bam 1-2-3-4 e via, come ai bei vecchi tempi i cui il punk era vivo e vegeto. Due minuti e mezzo imbevuti di surf & ricordi



5 Hot Garbage: Erase my mind la colonna sonora della fine, qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto (o soltanto a "Sparire" dei Cani)



6 Gianmaria Simon: La luna quando sale folk d'antan ricco fino all'opulenza, diverte e affascina come i vecchi del mestiere sanno fare. Vi lascio il link a tutto il suo bandcamp: scegliete voi



7 Dos - Duo Onirico Sonoro: La tempête un'ammaliante voce di sirena gioca con i molti balocchi offerti in dote dalla musica colta che padroneggia, elegante e stilosa



8 Vanessa Peters: Pinball heart quattro quarti di quelli belli belli, con gli accordi giusti al posto giusto al momento giusto: cos'altro può servire? Play it again, Vanessa



9 Run Ronie Run: Let's play it's only rock'n'roll, soltanto un po' modernizzato: come i Cramps o gli X, ma più simili ai Bodega o ai Parquet Courts. O niente di tutto ciò



10 Wake up in the cosmos: When I was ten tutto sembrano fuorché Italiani, e invece: quattro toscani off nella libera, furiosa, bruciante interpretazione del verbo psych



11 Tanks and Tears: Vampire bite una piccola meraviglia retrò anni ottanta che sa di Ultravox e Depeche Mode, con quei suoni inconfondibili. Eppure è il 2024 e sono toscani



12 Mac/Corlevich: Something beautiful americana bucolica, essenziale e rilassata, voce e chitarra e poco più a disegnare nostalgia e momenti sfuggenti, intimi, intensi



13 Rotem Geffen: Hide dura solo nove minuti, vorrei che durasse in eterno, colonna sonora indifferentemente di un funerale, di un matrimonio, di una vita intera



14 Punk Ducali: Pornografia si può ancora usare la vetusta espressione indie rock senza risultare out-of-date? Io la uso: ed eccone a voi quattro minuti in purezza



15 Alan+: Superbia non aspettate il testo: il brano è strumentale. Ed è anche inquietante, suggestivo, evocativo, insinuante



16 Hathors: A land of dust and stones ci sono tre Svizzeri che picchiano e schitarrano come ai tempi d'oro in cui le chitarre esistevano ancora. Un'emozione da poco, ma che emozione



17 Big Mountain County: Going down centoquarantadue secondi di canzone nei quali succede di tutto: assomigliano a molti, non assomigliano a nessuno. Non sono belli: piacciono



18 Tommi E.G.O.: Foto mosse una garanzia, sempre e comunque: sembra che parli alla pancia, ma ha testa da vendere, sotto le mentite spoglie di un punkettone nostalgico



19 From Grey: Salem City Nantes come il festival di Newport: tre francesi giocano a fare i menestrelli, i tamburini, i cantastorie



20 Drive Moya: Your heart will never burst sembrano gli Smashing Pumpkins di "1979", sono un trio austriaco al quale ho subito voluto bene. Forse perché mi hanno ricordato gli Smashing Pumpkins



21 Luca Maciacchini: Il titolista goliardicamente geniale, mi sarebbe piaciuto sentirla cantare da Enzo Jannacci: humour e classe, bella accoppiata



22 Fifty One: Our paradise quattro francesi che fanno punk californiano senza sbagliare una nota: niente di nuovo sotto il sole, ma - in fondo - è così importante?



23 Onceweresixty: Pills qualcosa che richiama vagamente gli Arcade Fire, delizioso e inatteso incontro di alt-folk sui generis e neopsichedelia disturbata



24 Skullclub: Pesten fra vesten danesi e minacciosi, si vestono da pirati in Harley Davidson e spaccano tutto a suon di bottigliate, anthem furibondi e una piacevole irruenza



25 Les Fantômes du Jour: Jacqueline metal truccato, prog rivisitato, scatti psicotici, grida allucinate, doppio pedale, distorsione devastante: buon divertimento



26 L'Orchestrina di Molto Agevole: ANITA foxtrot una band in cui Enrico Gabrielli e Alessandro Grazian scrivono e suonano il liscio: brani originali, mica cover. Credeteci: è bellissimo



27 Faraualla: Un due tre amen! indemoniato quartetto vocale femminile pugliese, tra folk e sperimentazione, tradizione e rilettura di classici: musica incalzante, cangiante, frenetica



28 Barcelona Gipsy balKan Orchestra: Ciòr baro sette elementi riuniti in un collettivo giramondo dispensano il loro folk gitano for the masses: qui cantano in rumeno, sono irresistibili



29 Lovesick: Remember my name lui, lei e l'altro, tutti belli e buoni, intrettengono festosi a ritmo di roots rock, rockabilly, country ed altre delizie che non si usan più



30 Drunk At Your Wedding: Slow d'amore di morte e di altri misteri in punta di banjo, sul filo di un pathos sempre pulsante, presenza invisibile che striscia sottopelle