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03/12/2024
29/11/2024 IL ROCK NON È MORTO, LUNGA VITA AL ROCK
Nel novembre 2024 è ritornato potente il genere più amato
Il rock non è morto, lunga vita al rock. Pericolo scampato, contrariamente a quanto sostengono le cassandre e i profeti di sventura: nonostante abbia ormai compiuto 80 anni il rock è ancora vivo e vegeto. E non parliamo di coloro che, ormai coetanei del genere, continuano a calcare i palchi incuranti del motto ‘Live fast die young’. Un paio di estati fa, in una manciata di giorni, era possibile vedere dal vivo sui più importanti palchi europei i Rolling Stones, Sir Paul McCartney e Bruce Springsteen.
Non parliamo neppure delle nuove leve rampanti e in testa alle classifiche internazionali e italiane, Idles, Fontaines D.C. e Maneskin ma di band e artisti dati ormai per spacciati e invece tornati inaspettatamente alla luce con dischi che non sono un mero pretesto per giustificare una tournée e attendere i grandi classici in scaletta, ma autentiche bombe. E se non vanno proprio in cima alle rispettive classifiche degli ‘all time favorites’, non vi sfigurano neppure e fanno venire voglia di cantare e ascoltarli una volta tanto non ‘per completezza’ ma perché contengono genuinamente bei pezzi.
Un esempio su tutti è il grande ritorno dei Cure, che dopo 16 anni di silenzio, quando ormai tutti avevano perso le speranze, sono tornati con un album struggente e solido, 'Songs Of A Lost World', uscito il primo novembre scorso. Non un lavoro pigro o di maniera ma che suona in modo sofferto e nostalgico e che si colora di sfumature cupe e più austere, con chitarre, batteria e tastiere sempre in evidenza. Insomma, un disco equilibrato, con brani che non sfigurano se rapportati ai grandi successi del passato della band e che senza scivolare nella disperazione più totale, permette di guardare da vicino, e forse a comprendere a fondo, la maturità raggiunta oggi da Smith e compagni.
E che dire dei Linkin Park? Dopo alcuni album non proprio riusciti, la loro carriera sembrava finita in tragedia, con la morte di Chester Bennington, amatissimo frontman dall’animo tormentato e dalla voce potente, vittima della sua depressione. E invece, con una mossa a sorpresa, la band americana è tornata in pista a 7 anni dalla scomparsa del loro leader con la voce femminile di Emily Armstrong e un album degno dei tempi d’oro, ‘From Zero’, pubblicato il 15 novembre, che non sfigura se comparato alla loro produzione. Un album dal suono pulito, che inaugura una nuova era per la band di Mike Shinoda e soci, e ingloba sentimenti di angoscia e rabbia, energia esplosiva e melodie taglienti, tutti tratti distintivi del suono immediatamente identificabile e inimitabile dei Linkin Park. Brani molto potenti, che crescono ascolto dopo ascolto, grazie anche alla precisione e all'estensione vocale di Emily Armstrong, capace di scavare nelle paure e nelle complessità dell'animo umano.
E Marilyn Manson? Il re dello shock rock e della provocazione, che avevamo lasciato triste e imbolsito, alle prese con le aule di tribunale più che con i palcoscenici, è riuscito a uscirne più o meno indenne, ed è tornato in forma smagliante e con un album convincente, ‘One Assassination Under God - Chapter 1’, uscito il 22 novembre. Un disco bello denso, con richiami a ‘Holy Wood (In the Shadow of the Valley of Death)' e un'eco bella potente della furia di ‘Antichrist Superstar’, con la voce del Reverendo che suona bene come ai tempi d'oro. Un album che non ha niente di frettoloso ma che incorpora bellissime melodie, una buona dose di aggressività, chitarre incredibili e che segna il gran ritorno del musicista e produttore Tyler Bates al suo fianco, tra industrial metal, arrangiamenti synth, goth e glam rock.
Insomma, il rock non solo non è morto, ma è neppure attaccato alle macchine in attesa dell’estrema unzione come qualcuno diceva, anzi, si è rimesso in forma e fa ancora una gran figura anche senza maglietta. Tutti gli artisti di cui sopra, neppure a farlo apposta, hanno già annunciato mega tour mondiali, i cui biglietti (vedi le date milanesi, e non solo, di Linkin Park e Marilyn Manson) sono andati bruciati in un batter d’occhio. E' il caso di dire che, come le creature mitologiche, ancora una volta il rock è risorto dalle ceneri. (Adnkronos)