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20/11/2024
06/02/2022 SANREMO 2022 - IL NOSTRO COMMENTO (SEMISERIO)
Il Festival secondo ''Sua Acidità'' Enrico Faggiano
Achille Lauro - (arriva 14) - Domenica - Ha capito tutto. Ha capito che sta cantando sempre la stessa canzone da anni, e che per tenere alta l'attenzione deve fare altro. Battezzarsi (e perchè no allora l'estrema unzione?) o fingere di uscire gli attributi, facendo rivoltare nella tomba - ammesso che ci sia, nella sua tomba - Jim Morrison. Ma alla fine sono contenti tutti: lui che fa parlare di sè, i cosiddetti benpensanti alla Pillon e Adinolfi che possono vomitare rabbia medioevale e far parlare di loro, e quasi c'è da chiedersi se non siano d'accordo.
AKA 7even - (arriva 13) - Perfetta così - Solo una domanda. Perchè, perchè, non si torna a fare la gara delle Nuove Proposte, rimandando 'sti semi minorenni con i loro testi da diario di fanciulline inesperte a fare un bel po' di esperienza prima di finire nella vasca dei pesci? Ora cerco di immedesimarmi in una 14enne... mi piace 'sta canzone? Mi piace quello che mi sta dicendo? No. Non sono mica scema, che bastano due moine per commuovermi. Per carità.
Ana Mena - (arriva 24) - Duecentomila ore - L'inutile sensazione di sottofondo ad una sagra paesana quando l'orchestrina suona 'sta roba e tu hai il numerino in attesa del tuo fritto da asporto. Effetto Elettra, effetto boh, effettivamente non se ne sentiva la mancanza. Copia Gianna Nannini/CCCP e, in fondo, meglio la Bionda Morta di Ciao2021, no? Almeno quella è una presa in giro, questa crede di essere vera. "Il mio ragazzo guida una Seat". Insignificante, banale, dozzinale: aggiungete pure quello che volete.
Dargen D'Amico - (arriva 9) - Dove si balla - Solita quota caciarona del festival, pronta per i trenini nei villaggi turistici e per fare da sottofondo ai servizi dei tg sulla movida in Salento piuttosto che in Sardegna (in Romagna no, non esageriamo). Poi magari se è fortunato farà un featuring con qualche cariatide e finirà a Buona Domenica. Sic transit. Cosa dite? Era anche un testo interessante? Ma và, muoversi, muoversi, unz, unz, mettete il gettone nell'autoscontro, pronti, via!
Ditonellaapiaga con Rettore - (arriva 16) - Chimica - La nuova moda dell'antichità legata alla gioventù, e chissà se è la giovane ad essere la badante dell'altra o l'esperta a fare da baby sitter all'infanta. Brano in modalità Bignamino per portare al Festival la quota allegria festaiola, anche qua un po' troppo scolastica, e chissà se la Rettore tra il 1986 e il 1994 non avesse tenuto alto il nome del suo far casino piuttosto che darsi al baudismo, cosa avrebbe potuto fare. Si ascolta, ma non dura perchè è troppo chiaro che è fatta a misura di festival.
Elisa - (arriva 2) - O forse sei tu - Senza fare nulla di particolare, pare comunque ad un piano superiore per il semplice fatto di capire quanta voce serve mettere nella canzone, evitando fronzoli accademici o strazi preconfezionati. La differenza, quindi, tra chi sa fare questo mestiere (a prescindere dai gusti) e chi invece sta improvvisando. Manda a scuola tanti e tante altre. Poco altro da dire: fa quello che le viene chiesto, con professionalità e personalità. Cose non scontate.
Emma - (arriva 6) - Ogni volta è così - Emma, "Ogni volta è così". Non so, ma tra noi non funziona. Non mi comunichi emozioni, mi sembri sempre troppo preconfezionata, "Ogni volta è così". Perchè non so cosa vuoi fare da grande, poi però vedo che sei in giro già da un sacco di tempo e non mi sei mai arrivata. Allora non sei tu, sono io, ok? Sopravviverai anche senza di me, e io sopravviverò senza di te.
Fabrizio Moro - (arriva 12) - Sei tu - Un ventennio a fare il finto giovane un po' alternativo che ha capito come stanno le cose e cerca di spiegarcele, poi ci si accorge che viaggia per i 47, e che malgrado il look ormai clonato dal quasi omonimo Corona è poi un tenerone che parla d'ammore come un Gigi D'Alessio qualsiasi. Mah.
Gianni Morandi - (arriva 3) - Apri tutte le porte - Cosa vuoi dire al Gianni, che ricicla una "Andavo a cento all'ora" trovandosi però forse nel mezzo di un cammin dove il suo pubblico ci metterà un po' a capirlo e comunque gli chiederà di nuovo del latte, e le generazioni recenti manco sanno chi sia, se non fosse per i social e le foto di Anna. E' una canzone del recente e non ispirato Jovanotti, ma è meglio di "L'allegria". Però è coraggioso, anche se al confronto la Rita Pavone di due anni fa pareva Nina Hagen, e forse alla fine ha ragione lui perchè a differenza di altri antichi mette d'accordo un po' tutti. Il concetto rimane però quello: se sei suo concittadino, Morandi non si discute, si ama. Perchè è mamma e papà di tutti noi.
Giovanni Truppi - (arriva 19) - Tuo padre, mia madre, Lucia - Se ne frega di tutto e si veste da bagnino, ed è una di quelle canzoni che ci mettono un po' a superare lo sbarramento della superficialità. Tipo Fulminacci, l'anno scorso. Direte, chi, Fulminacci? Ah, quello bravo.. ma che fine ha fatto, non si è più sentito. Appunto. Però, tra tanti testi di ragazzini ormonalmente mossi o anziani mai domi, questa via di mezzo è gradevole e necessaria. Benchè con la data di scadenza sopra, ma finchè non scade merita, e non poco.
Giusy Ferreri - (arriva 23) - Miele - Effetto altoparlante tipo Motonave New Ghibli che annuncia il fritto e il vino bianco dopo aver visto le piattaforme metanifere e - forse - qualche delfino, e solito timbro sonoro riconoscibile ma che per questo necessita di canzoni un pochino meno sofisticate di questa, che sembra fatta apposta per dire ai nottambuli del pianobar che, ecco, è il caso di chiudere perchè i tavoli vanno lavati. La posizione in classifica, però, è ingenerosa: sarà che la voce è troppo condizionante per non farle avere sempre un senso di già sentito?
Highsnob e Hu - (arriva 20) - Abbi cura di te - Il nuovo trend del Festival è la coppia che si guarda negli occhi e se ne dice di ogni, ed è chiaro che nel calderone di 25 canzoni e due milioni di versi l'inevitabile superficialità non fa capire se si tratti di dirsi che la felicità è il bicchiere di vino con il panino o se invece sono strazi esistenziali. Alla fine è un genere fin troppo inflazionato, e cosa si può dire di più? Abbiate cura di voi, ci sarà una storia d'amore ed un mondo migliore, no? Anche un modo più umano per dirsi ti amo.
Irama - (arriva 4) - Ovunque sarai - Questi soggetti continuano a cantare faccende troppo fintamente adulte e sentimenti troppo fintamente maturi con voci che ancora ne devono macinare, di note e di esperienze. E, soprattutto, i "cantautori" non si vestivano come Beppe Maniglia in piazza a Bologna o con i centrotavola della nonna. Decida cosa voglia fare da grande, che di tempo qua ne abbiamo poco.
Iva Zanicchi - (arriva 18) - Voglio amarti - Chissà cosa sarebbe stata la sua carriera se ad un certo punto non si fosse messa a fare televendite e politica. Per ora vince un derby indiretto con altre ics-agenarie tipo Strambelli e Vanoni, almeno per la resa estetica non massacrata dai bisturi e dai plastici. La canzone? Una canzone della Zanicchi, punto, e vedremo se anche per lei ci sarà una estate da favola con qualche toyboy pronto a rimandarla in classifica. Ok il pezzo (forse un altro) è giusto.
La Rappresentante di Lista - (arriva 7) - Ciao ciao - Allegra, con lo strano effetto contrario per cui piace subito per quei canoni di orecchiabilità che male non fanno. Ma poi rischia di stancare, perchè è un Gioca Jouer radiofonico e ruffiano per cui ci si impazzirà, certo, come no, senza lasciare nulla di davvero da ricordare. Ma va bene lo stesso, dai, altrimenti sono tutti ragazzini con problemi di logopedia e antichi fusti, no? Diventerà un tormentone, e poteva andare peggio. Però, appunto entra nella testa troppo in fretta, e forse per questo potrebbe uscirne prima di altre.
Le Vibrazioni - (arriva 22) - Tantissimo - Roccchettino più o meno senza tempo, di quelli che restano nel limbo tra il considerarli i genitori dei Maneskin o i figli dei New Trolls, radiofonica senza esagerare, carina senza esagerare, biodegradabile senza esagerare, E un pensiero: se a Bono Vox non piacciono gli U2, a Francesco Sarcina piaccono le Vibrazioni?
Mahmood e Blanco - (arriva 1) - Brividi - Mi dispiace, ma mi dispiace, nel senso che non mi piace. Non mi piace la voce con l'autotune (ma nemmeno se non ci fosse, eh: oh, gusti), non mi piace la dozzinalità di chi parla di cose più grandi di loro, non mi piace l'ammiccare da Baci Perugina, e se proprio devo sentire gente che miagola, allora ridatemi i falsetti dei Bee Gees. Visti i risultati, è chiaro che sono io a non capire, e a pensare che forse questo testo, cantato da altri, male non sarebbe. Oh, scusatemi.
Massimo Ranieri - (arriva 8 ) - Lettera al di là del mare - Non gli si può dire niente. Cioè, puoi dire qualcosa a uno che nel 2022 canta una cosa che poteva andare bene nel 2012, nel 2002, nel 1992, e a ritroso fino a quando vi stancherete di leggere. Perfetto per il pubblico di Rai1, insignificante per la pedofilia musicale attuale (non mi censurate, disse una roba del genere anche Ivano Fossati decenni fa), nulla aggiunge e nulla toglie senza però avere quell'effetto di nonno allegro che ha Morandi, per dire. O nonna arrapata, in modalità Zanicchi.
Matteo Romano - (arriva 11) - Virale - Solo una domanda. I giovani d'oggi ascoltano queste cose? Matteo Romano ascolta queste cose? (non mi chiedo se mia figlia ascolterebbe queste cose perchè non so se voglio sapere la risposta). Ma tutti quei discorsi sulla ribellione adolescenziale, sulla rottura col passato, e poi arriva Matteo Romano, dico, Matteo Romano? Che perfino avesse due genitori catechisti, questi gli direbbero "dai, divertiti, rullati qualcosa, trovati una, vai ad Amsterdam, ti preghiamo, esci un po', guarda il cielo, divertiti".
Michele Bravi - (arriva 10) - Inverno dei fiori - Veste come Scialpi, si concia come Scialpi, ed è difficile cercare di capire la sua canzone - il solito pippone che a primo ascolto è inutile, al terzo commovente, al quinto di nuovo inutile - se si rimane fermi a guardare vestiti (outfit, si dice oggi) usciti dal Festivalbar 1986. Forse sarà meglio sentirla che non vederla, e forse sarebbe meglio cantarla dopo un bel po' di Benagol.
Noemi - (arriva 15) - Ti amo non lo so dire - Alla settima partecipazione, aspettando forse di arrivare in cifra doppia per avere già il premio alla carriera e nulla di veramente indimenticabile. D'altronde se si continua a cercare di fare la parte di quella un po' stralunata che però ha un cuore grande così e allora chiede aiuto per essere rimessa sulla retta via, alla lunga si va di sbadiglio e amen. Però, perchè oltre all'indubbia interpretazione non si riesce mai ad andare oltre? Ah, un'altra rossa, Milva, a Sanremo ci andò 15 volte senza mai vincere. Dai, ne mancano 8.
Rkomi - (arriva 17) - Insuperabile - Devono aver cambiato il regolamento di Sanremo, dato che questa è pubblicità di un tonno (non si fa) sulla base di "Personal Jesus" dei Depeche Mode. Poi ci siamo rotti di 'sta gente che vomita frasi una dietro l'altra senza nemmeno essere passato prima da un buon corso di dizione. E ringrazi che Dave Gahan e Martin Gore da un trentennio non bazzicano per Sanremo, altrimenti lo spezzavano come quell'altro, di tonno.
Sangiovanni - (arriva 5) - Farfalle - Sono quei ragazzi di oggi (cit.) che saltano dal biberon al successo e prima o poi lo pagheranno, perchè le bimbette è un attimo che cancellano le passioni nel diario di prima media una volta passati in seconda. E allora, dato che se lo dimenticheranno le sue fans, è meglio passare oltre. Con una postilla: le due canzoni di Sandy Marton le canticchiamo ancora adesso, ma 'sta roba, le nuove generazioni, se la ricorderanno anche solo il prossimo autunno?
Tananai - (arriva 25) - Sesso occasionale - Stonato fancazzista, e Mauro Repetto a dire, dal suo impero, "dicevate che il mio album era stonato, ma questo?". O i Jalisse: andategli a dire che le loro canzoni non meritano, quando poi al Festival ci finisce 'sto tizio dal nome che pare un gioco erotico giapponese e che ricorda i dimenticabili cloni di Vasco degli anni '80 (Valentino, memento?). Ecco, siamo proprio sicuri che le canzoni devono proprio essere 25 e qualcuna non sia, diciamo, inutile, superflua, marchettistica? Se spera di far sesso occasionale con 'sta canzone, buon Onan a tutti.
Yuman - (arriva 21) - Ora è qui - La drammaticità di voler portare un po' di soul a Sanremo, dove però servirebbe qualcosa di un pochino meno abbottonato e timido per riuscire davvero a scaldare. Qua siamo allo scolastico recitare la poesia, guardare dietro le quinte per capire come è andata e, insomma, si capisce che segare le Nuove Proposte porta poi a 'sti parti prematuri. La gavetta, diamine, lo stare sul palco, cribbio.