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20/11/2024
20/08/2021 SANREMO 2022
Il triplete di Amadeus: preparate borracce di caffè, andrà per le lunghissime... (di Enrico Faggiano)
E così sarà threepeat per Amadeus, che dopo il 2020 e 2021 è stato confermato alla conduzione e alla direzione del prossimo Sanremo, per un tris che nell’ultimo trentennio era stato concesso solo a Carlo Conti (altrimenti si deve tornare alla manita di Pippo Baudo nei ‘90s). Applausi per i risultati, per la gestione in epoca pandemia e, insomma, forse è anche giusto dare al Sebastiani la speranza di poter tornare dentro un Ariston con un po’ di gente, ma quello, chiaramente, lo speriamo tutti a prescindere.
E allora che triplete sia, d’altronde Amadeus può prendere i dati del 2021 e far presente che dal suo Festival sono partiti i Maneskin, che ora sono più famosi di Gesù Cristo (cit.) e che quindi dimostrano come il nuovo corso ggiovanile della Riviera in qualcosa ha funzionato
E’ chiaro però che la cosa porterà al ripetersi di quelle che sono state le magagne delle sue edizioni, ovvero quel leggero sentirsi ostaggi di una formula dalla lunghezza infinita, da orari indegni di una platea che non ha poi sempre voglia di aspettare le due di notte per vedere il trapper di turno e una ultima serata che, di fatto, si conclude passando la linea a Domenica In. O l’impatto fin troppo eccessivo delle nuove leve dell’italico autotune, perché va bene girare le attenzioni verso i ragazzi di oggi (ricit.), ma ci sarà modo e maniera di avere un roster di partecipanti che strizzi l’occhio anche alle persone di mezza età, senza dover passare di prepotenza dai dinosauri ai pulcini?
Insomma, poteva andare peggio ma poteva andare meglio, specie considerando come ormai anche l’Italia ha scoperto l’Eurovision Song Contest: in attesa di sapere dove sarà e chi lo presenterà, ci siamo accorti che può esistere una manifestazione canterina dove ci sono CANZONI e dove in un’ora vengono mandati sul palco una dozzina di concorrenti. A Sanremo, in un’ora, è già tanto se si sono fatti cantare un Gazzè e una Annalisa, tra un cambio d’abito, una marchetta, un balletto e un inutile ospite di qualsiasi provenienza culturare esso sia. D’altronde, a Sanremo conta lo share e far vedere lo sponsor, mica le canzoni, no?
Vedi, Amadeus, io sono sfortunato. Perché quando avevo 20 anni Sanremo era una roba che pareva uscita da un cinegiornale anni 60. E ora che ne ho quasi 50 Sanremo pare l’upgrade dello Zecchino d’Oro, e quindi posso bellamente dire di non averci proprio mai azzeccato. Però, evitato intanto (si spera) di vederti anche all’Eurofestival, dove forse i tuoi ritardi e le tue scalette porterebbero l’EBU – l’organizzazione – a bannare l’Italia da qui al 3000, almeno mi sai dire quanti litri di caffè dovrò preparare per sentire l’ennesima ragazzina disperata mentre finge di cantare? O mi consigli già di aspettare lo Youtube del giorno dopo? Fammi sapere, eh.
Saltellare, saltellare. (Enrico Faggiano)