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29/03/2019   I GIOVANI PREFERISCONO LA MUSICA DEL PASSATO
  Lo dice uno studio della New York University

È una di quelle questioni che potenzialmente sarebbero in grado di distruggere un matrimonio o sciogliere un’amicizia: quale è stato il decennio migliore per la musica pop? Certo, sono discorsi che lasciano il tempo che trovano, ognuno avrà la sua risposta e non è detto che una sia più giusta dell’altra. Del resto, ogni epoca ha avuto i suoi picchi (e, di controverso, le sue vergogne). I baby boomers, alla domanda su quale sia stata la golden age del pop, non potranno che rispondere gli anni ’60, quelli della diatriba Beatles/Rolling Stones, degli Who, di Woodstock e via dicendo; così come i figli dell’indie degli anni ’80 risponderanno che mai nessuno ha toccato le vette di Smiths, Joy Division, Depeche Mode e tanti altri. Adesso però New Musical Express ha reso noto uno studio della New York University, pubblicato su Plos One, che ci viene (quasi) in soccorso stabilendo lui, sulla base di prove scientifiche, se non qual è la risposta più giusta, perlomeno dove andare a cercare la musica migliore. L’indagine, infatti, non ci dice con precisione da quale decennio attingere più di altri, ma ci informa che la musica pubblicata nel periodo che va dagli anni ’60 ai ’90 è più valida di quella precedente e successiva. Il tutto, sulla base di un campione di 630 individui nati tutti dopo il 2000, per i quali – ed è questa la notizia, secondo noi – la musica degli ultimi quattro decenni dello scorso secolo è più popolare di quella del nuovo millennio. Ai ragazzi è stato infatti chiesto se riconoscessero una serie di singoli selezionati a caso tra i numeri uno di Billboard degli ultimi 76 anni, per vedere quanto popolari essi fossero tra le nuove generazioni. Ebbene, il risultato ci dice che i giovani d’oggi conoscono di più la musica pubblicata prima che nascessero rispetto a quella che, in teoria, avrebbe dovuto accompagnarli nella loro crescita. I brani più popolari sono risultati ''When A Man Loves A Woman'' di Percy Sledge, ''The Tide Is High'' dei Blondie e addirittura ''Baby Come Back'' dei Player, brano e band che probabilmente anche molti di coloro che hanno vissuto “in diretta” gli anni Settanta non conosceranno. Insomma, per la ricerca anche i giovani d’oggi preferiscono rifugiarsi nella musica del passato. Come si spiega? Probabilmente con l’auto-selezione che opera Spotify sulla tipologia di ascolti di ogni utente. Il che, secondo noi, chiarisce solo in parte il fenomeno, dal momento che anche un algoritmo – per quanto automatico – richiede degli input. Come dire, il seme germoglia se il terreno è fertile. E a nostro avviso è sulle ragioni di questa fertilità che, semmai, si dovrebbe indagare. Magari saremo dei tromboni insopportabili, ma può darsi che anche i ragazzi di oggi rifiutino molta della musica di plastica (elettronica e non) che si produce ai nostri giorni e preferiscano a un’epoca antecedente, ancorchè lontana. Chiaramente, restiamo dell’opinione che non esista un criterio oggettivo per comandare quale musica ascoltare e quale no. Quella buona, diciamo noi, di qualsiasi epoca si tratti. Chiaro però che quando escono fuori queste indagini un po’ di curiosità uno possa averla. Della serie, questi studi lasciano il tempo che trovano ma se volete dare un occhio a questi qui che provano a dirci quale è la musica migliore, accomodatevi pure. (SentireAscoltare)