Sono presenti 15564 news.
20/11/2024
17/07/2018 THE PAPER KITES
Annunciano per il 21 settembre l'uscita del nuovo album ''On The Corner Where You Live''
“La finestra della nostra camera d’albergo a New York dava proprio sul palazzo dall’altra parte della strada. Potevamo vedere tutte queste finestre illuminarsi e la gente che tornava a casa dalle loro serate. Ci sedevamo lì e guardavamo. Era affascinante. Erano opere d’arte viventi”.
Sam Bentley, frontman di The Paper Kites, parla così del momento in cui è nato il concept dell’album. “È un insieme di storie di personaggi che vivono tutti nello stesso stabile; volevo catturare momenti, sensazioni, sono storie di gente comune,” dice a proposito di ''On The Corner Where You Live'' (fuori il 21 Settembre per Nettwerk), il malinconico album di ballate mid-tempo che fa il paio con l’album uscito in aprile ''On The Train Ride Home''.
Le persone stanche, sfiduciate, quelle che si sentono sole, quelle che soffrono per amore, gli insicuri: The Paper Kites hanno una canzone giusta per ciascuno di loro. “L’idea iniziale era scrivere di storie che riguardassero gli estranei, gli altri, ma alla fine molte di queste canzoni sono estensioni di me stesso o di miei conoscenti”, dice.
The Paper Kites (che includono anche la vocalist Christina Lacy, il chitarrista Dave Powys, il batterista Josh Bentley e il bassista Sam Rasmussen) si sono costruiti nel tempo una fan base leale e ben distribuita: negli otto anni trascorsi da quando si sono formati, la loro musica li ha portati ad avere reach altissime, con continui tour internazionali di successo, quasi 47 milioni di views su Youtube e più di 260 milioni di stream su Spotify. È inoltre recentissima la notizia della Certificazione Disco d’Oro in Italia al singolo di debutto “Bloom”.
''On the Corner Where You Live'' è un lavoro dolce-amaro, languido come il suono della pioggia, dai toni noir dei sassofoni e delle chitarre e i richiami ai suoni del traffico, pregno di storie dal cuore pesante. Sam racconta: “Mi sono ispirato all’atmosfera ricca, schietta e compassionevole delle tarde notti”.
I due album ''On the Corner Where You Live'' e ''On the Train Ride Home'' inizialmente dovevano essere pubblicati insieme come doppio, ma alla fine la band ha deciso che i brani che li compongono fossero talmente diversi da dover separare totalmente le due pubblicazioni: il primo è assolutamente minimal, quasi acustico. Il secondo ha un sound più massiccio. Sono due facce della stessa medaglia. Stesso feeling, due modi diversi di esprimerlo.
The Paper Kites hanno co-prodotto ''On the Corner Where You Live'' con il vincitore di Grammy Peter Katis nel suo studio in Connecticut – una villa vittoriana di 120 anni in cui la band ha vissuto e registrato per cinque settimane.
Lo strumentale di apertura “A Gathering on 57th” fa da ponte fra i due album: la prima cosa che si sente è il suono del treno che corre sui binari e un venditore ambulante che si lamenta nella notte. Sam ha preso ispirazione per l’album durante il tour: alloggiando in città sconosciute, osservando le vite degli altri. La band alloggiava a Manhattan sulla 57ma e dalla finestra del loro hotel vedeva le vite degli abitanti del palazzo davanti. “Give Me Your Fire, Give Me Your Rain” parte da dove ''On the Train Ride Home'' era arrivata. Le potenti batterie di Josh Bentley sono la conferma della differenza di suono fra questo album e il predecessore. Una lussureggiante ondata di malinconia notturna di mezzanotte dà un che di nostalgico a tutto ciò che arriva dopo. Anche il suono della strada è stato preso dalla 57ma a Manhattan. In “Midtown Waitress” Sam racconta un episodio accaduto anni prima in un bar di Londra, quando una donna di una certa età, rivelatasi poi una pianista, scrisse su un pezzo di carta una melodia e gliela regalò, intitolando il pezzo “The Encounter”. Da lì nasce il brano.
“La musica ha molto più senso ed è molto più devastante quando tocca esperienze personali”, dice Sam. Il primo singolo estratto dall’album, “Deep Burn Blue”, parla di una ragazza che non vuole lasciare la propria stanza. “È quella sensazione di essere un tutt’uno coi tuoi pensieri che ti prosciuga”. La canzone ha anche un riferimento a Nick Drake a un certo punto: “You like the sound of a pink moon cry/Lying on the floor as the day goes by”. “When It Hurts You” è un lamento armonico che parla di un uomo, chiuso fuori da casa propria, che fa telefonate e chiede scusa urlando in strada: “Speri che il mattino dopo si siano calmate le acque, ma probabilmente non accadrà”, spiega Sam in merito a quella sensazione. Ha scritto trenta canzoni in tre mesi. “Mi ha consumato. Alla fine ero esausto”.
Christina Lacy canta in “Mess We Made”. Sam racconta “Volevamo farla cantare anche negli album prima, ma il produttore non era convinto della resa, si intuiva che stava cantando pezzi non suoi, mentre stavolta ha stabilito davvero una connessione emotiva… e si sente”.
Tanti i film che hanno influenzato Sam in qualche modo, durante la realizzazione dell’album. “Nel mio studio mi son messo a proiettare film: ‘Lost In Translation’, ‘La Finestra Sul Cortile’, ‘Strade Perdute’, e così è nata la linea di piano di “Does It Ever Cross Your Mind.” C'è il blues e il jazz e c’è un mood anni '50 in questo disco: Jackie Gleason, Frank Sinatra.
Anche stavolta, come per la prima parte del doppio album, l’artwork è stato curato dall’artista noir di Los Angeles Gina Higgins.
Tracklist:
- 1. A gathering on 57th
- 2. Give Me Your Fire, Give Me Your Rain
- 3. Deep Burn Blue
- 4. Mess We Made
- 5. Flashes
- 6. Red Light
-
7. On The Corner Where You Live
- 8. Midtown Waitress
- 9. When It Hurts You
- 10. Does It Ever Cross Your Mind
- 11. Don’t Keep Driving