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news - rassegna stampa

16/07/2017   U2
  I concerti romani dimostrano il rapporto davvero diverso che la band ha con il pubblico tricolore

"La più bella notte di sempre", urla Bono dal palco dello Stadio Olimpico all'inizio della prima delle due date romane degli U2, le uniche previste in Italia per i festeggiamenti dei 30 anni dall'uscita di ''The Joshua Tree''. La più bella notte di sempre, e lo sarà per i 58 mila che sono arrivati da tutta Italia. "Siete fantastici, siete una famiglia", ringrazia in italiano il cantante, e in italiano proverà a esprimersi più volte durante la serata. Quello verso il pubblico romano, del resto, è un amore, ricambiato, di lunga data. E quando poco prima di salire sul palco, la band incontra alcuni giornalisti, privilegio riservato finora solo all'Italia, spiega che la differenza rispetto agli show tenuti in Nord America e in Europa, qui, è proprio "il pubblico". I 58 mila lo sanno, e vogliono continuare a guadagnarsi questa privilegio, vogliono stupire: sugli spalti, durante ''With or without you'' appaiono migliaia di fogli colorati a comporre la scritta "30" e la sagoma del Joshua Tree, l'albero del deserto californiano che ha dato il nome al disco uscito nel 1987. Il concerto, del resto, è tutto costruito attorno all'album, pietra miliare nella storia degli U2 e della musica, suonato per intero e con i brani nello stesso ordine in cui sono stati pubblicati 30 anni fa, per tutta la parte centrale dello show. Dopo l'intro, che è il riassunto della loro storia pre-Joshua e che in omaggio agli inizi la band suona su un palco in mezzo al pubblico con i maxischemi spenti e sul quale i 4 ragazzi di Dublino arrivano senza farsi annunciare alla spicciolata: ''Sunday Bloody Sunday'', ''New Year's Day'', ''Bad'' che sfocia in ''Heroes'' di David Bowie (e che Bono dedica all'amico Luciano Pavarotti scomparso giusto 10 anni fa), ''Pride''. Quando parte ''Where The Streets have no names'', sull'enorme maxischermo alle spalle della band appare l'inconfondibile sagoma del Joshua Tree, su un sanguinario sfondo rosso. In un paio di passaggi, più politici, il bersaglio è il presidente degli Stati Uniti. Ma ci sono, soprattutto nei numerosi bis, anche richiami ai diritti civili (''Miss Sarajevo'' nel 2017 è diventata ''Miss Syria'', con un video che racconta la storia di una bambina in un campo profughi), democrazia negata, cambiamenti climatici, migrazioni (con un ringraziamento anche all'Italia anche per il suo impegno nell'accoglienza ai migranti), l'omaggio alle donne con una sfilata di foto di figure femminili da Rosa Parks a Patti Smith, affiancate ad Angela Merkel e Christine Lagarde. Il finale è un crescendo con ''Beautiful Day'', ''Elevation'', ''Vertigo'', ''Ultraviolet'', ''One'', ''Litte Things''. L'acustica dell'Olimpico non rende giustizia al rock degli U2, ma il pubblico balla e canta comunque a squarciagola per tutto il concerto. (Ansa)