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news - rassegna stampa

29/01/2016   JEFFERSON AIRPLANE
  Addio a Paul Kantner, eroe di Woodstock: era il fondatore e leader della band, aveva 74 anni

E' morto Paul Kantner, uno degli eroi di Woodstock, fondatore e leader del gruppo dei Jefferson Airplane. Considerato uno dei giganti della scena musicale della West Coast statunitense e del rock psichedelico degli anni '60-70, Kantner è morto a 74 anni nella sua città, San Francisco, per i postumi di un attacco cardiaco. La notizia è stata data dalla sua agente e amica di lunga data, Cynthia Bowman, sul San Francisco Chronicle. Kantner soffriva di cuore da anni e già nel marzo 2015 aveva avuto un infarto. Un cuore messo a dura prova da una vita di eccessi, consacrata alla musica ed all'esperienza dei Jefferson Airplane prima e degli Starship dopo. "Tanti ricordi scorrono in questo momento nella mia mente", ha commentato Marty Balin, cofondatore della band, aggiungendo significativamente: "E' il primo che mi ha insegnato a farmi una canna...". La droga, gli acidi in particolare, sono stati parte integrante della vita e della carriera di Kantner, convinto sostenitore delle teorie di Timothy Leary e della letteratura lisergica uscita dalla Beat Generation che negli anni Sessanta aveva in San Francisco la sua casa madre. Kantner, chitarrista di formazione folk, divenne famoso anche per la sua strenua difesa dell'uso delle droghe psichedeliche, Lsd in testa, perché sosteneva che aprissero la mente e favorissero la rescita spirituale. Kantner fu sempre in prima linea nella battaglia per la legalizzazione della marijuana. "La cocaina - disse in un'intervista del 1986 - è una delusione. Si tratta di una droga nociva che trasforma le persone in cretini. E l'alcool è probabilmente la peggiore di tutte le droghe. Invecchiando con l'esperienza della vita, ci si rende conto che i farmaci non aiutano, soprattutto se ne abusi". La band fu originariamente fondata da Marty Balin a San Francisco durante l'estate del 1965; del gruppo facevano parte anche Jack Casady, Jorma Kaukonen, la cantante Grace Slick, che divenne poi la sua compagna, e Spencer Dryden. Kantner ne divenne presto l'anima e guidò la transizione del gruppo fino ai successivi Jefferson Starship. Con gli Airplane, Kantner realizzò brani entrati nella storia del rock come ''Somebody to love'' e ''White rabbit'', la cui esecuzione dal vivo al mattino presto fu uno dei momenti più intensi del concerto di Woodstock nell'agosto del 1969. Dalla relazione con la Slick, Kantner ebbe una figlia, la cui nascita ispirò ''A Child Is Coming'', altro successo della band che in carriera ha venduto milioni di dischi. Profondamente legato alla scena del Laurel Canyon e a musicisti come Crosby, Stills & Nash, Grateful Dead e Joni Mitchell, Kantner abbracciò le istanze delle frange più radicali del movimento studentesco e di quello Yippie. Insieme ai Jefferson inventò uno stile in continua evoluzione, partendo dalla inedita e allora modernissima miscela di rock, blues e psichedelia di ''Surrealistic pillow'' del 1967 passando poi alle sperimentazioni di ''After Bathing At Baxter's'' (inciso nello stesso anno e considerato da alcuni critici il loro ''Sgt Pepper'') per approdare infine al manifesto rivoluzionario di ''Volunteers'', una sfida aperta al sistema americano ispirata alle istanze di Jerry Rubin e Abbie Hoffman e realizzata proprio con gli amici del Laurel Canyon. Con le loro canzoni cariche di slogan politici e di impegno sociale, i Jefferson divennero in breve la band simbolo della controcultura americana di fine anni '60. Anche per questo a Woodstock la band avrebbe dovuto suonare il sabato sera, ma il concerto, nel suo totale, fantastico caos, si trascinò ben oltre i tempi previsti, e loro cominciarono a suonare domenica mattina intorno alle 8. Nonostante il ritardo e l'ora, furono accolti dall'ovazione delle migliaia di giovani che avevano trascorso la notte in attesa intorno al palco. E sempre a proposito di sostanze, Kantner ingannò l'attesa della performance parlando a lungo con un piatto di camembert nel backstage, convinto dall'acido che si trattasse di forme di vita aliene. Ma oltre a Woodstock, Kantner e i Jefferson furono protagonisti negli altri momenti cruciali della storia del rock americano degli anni '60. Erano sul palco al festival di Monterey, nel 1967, in quel raduno che trasformò la nuova scena musicale in un fenomeno di massa. Ed erano sul palco ad Altamont, sempre in California, nello show organizzato dai Rolling Stones che in qualche modo sancì la fine dell'utopia "flower power" a poche settimane di distanza dal trionfo di Woodstock. In quella occasione, gli Stones presero l'infausta decisione di affidare il servizio d'ordine agli Hell's Angels. Che prima picchiarono sul palco Marty Balin, reo di averli accusati di malmenare gli spettatori, e poi uccisero a coltellate il 18enne Meredith Hunter. Nonostante questo, Kantner e la Slick non abbandonarono l'utopia realizzando sotto la nuova sigla Jefferson Starship un altro album epocale come ''Blows Against The Empire''. Un manifesto indipendentista ricco di metafore su temi fantapolitici e vagamente apocalittici. Le canzoni del disco seguivano un filo conduttore dal significato molto chiaro (la rivoluzione sulla Terra è fallita e i reduci si imbarcano su un'astronave per cercare nello spazio nuovi mondi da abitare) e rappresentano la summa del pensiero californiano dell'epoca. Al disco parteciparono i soliti amici, tra cui David Crosby che ospitò a sua volta Kantner nel disco simbolo di tutta quella stagione, ''If I could only remember my name''. Negli anni a seguire, Kantner e gli Starship diluirono il loro istinto rivoluzionario in uno stile più convenzionale, che gli garantì però ottimi successi commerciali con album come ''Dragonfly'' (1974) e ''Red Octopus'' (1975). A metà anni Ottanta, Kantner mise in piedi un supetrio insieme a Marty Balin e Jack Casady (la KBC Band), ma senza ritrovare l'ispirazione di un tempo. (Repubblica.it)