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20/11/2024
25/10/2014 CREAM
E' morto a 71 anni per un tumore Jack Bruce, lo storico bassista della band
Per gli appassionati di una certa generazione, Jack Bruce - morto oggi a 71 anni - è stato «il bassista» per eccellenza della scena inglese. Un musicista con solidi studi classici alle spalle, con una tecnica da virtuoso e una naturale vocazione per il jazz che si è guadagnato un posto nella leggenda con i Cream, la prima super band della storia, il trio formato con Eric Clapton e Ginger Baker. Un’avventura breve e tempestosa, durata un paio d’anni, dal 1966 al 1968, che per la prima volta ha aperto al rock le porte dell’improvvisazione jazzistica e del virtuosismo strumentale, lasciando super classici come l’album «Disraeli Gears» e brani come «Sunshine Of Your Love» e «White Room». La band ebbe un successo clamoroso, anche in America: ma i rapporti tra Bruce e Ginger Baker erano così infernali che il rosso batterista minacciò di accoltellarlo. Pur essendo scozzese, Jack Bruce si era formato nelle band dove è cresciuta la generazione dei giganti del rock inglese, le band di Graham Bond, Alexis Korner e John Mayall. Per la verità, prima dei Cream, aveva suonato anche con i Manfred Mann, una band di enorme successo commerciale, ma già allora aveva messo in luce una delle caratteristiche fondamentali della sua personalità: il disinteresse per gli aspetti più commerciali della musica, a favore della sperimentazione. Con Jack Bruce per la prima volta nel rock, il basso elettrico diventa una voce protagonista al pari degli altri strumenti, proprio come accadeva nel jazz. In più era un cantante formidabile, con una voce calda e intensa che, negli anni da solista, ha influenzato musicisti delle estrazioni più diverse, Peter Gabriel compreso. Terminata l’avventura con i Cream, comincia a sperimentare nell’ambito del jazz rock fino ad arrivare ad un’altra tappa fondamentale della sua carriera, con uno dei gruppi chiave del jazz rock, i Lifetime di Tony Williams, il genio della batteria jazz. A completare il gruppo Larry Young all’organo e John McLaughlin, il super virtuoso della chitarra, suo vecchio amico. Un tentativo di tornare alle atmosfere dei Cream lo ha compiuto nei primi anni ’70, con il trio formato con Leslie West e Corkie Laing. Poi, insieme a una breve collaborazione con Frank Zappa per «Apostrophe», Jack Bruce comincia un sodalizio con Carla Bley, con cui aveva suonato in «Escalator Over The Hill», altro album di importanza cruciale per l’evoluzione in senso sperimentale della big band jazzistica. Jack Bruce negli anni ha suonato con alcuni dei più celebri chitarristi della scena, da Larry Coryell a Carlos Santana, Alan Holdsworth, Robin Trower e Vernon Reid ma, se si esclude la breve reunion dei Cream per i concerti alla Royal Albert Hall, fondamentalmente ha vissuto una carriera discosta dalle grandi ribalte, producendo album di grande qualità ma apprezzati solo da una ristretta cerchia di fan. Dopo una vita condizionata dalla droga, aveva un cancro al fegato e aveva anche subito un trapianto. Probabilmente è stato il cancro a portarsi via un musicista che per generazioni rimane uno dei più grandi bassisti elettrici della storia. (La Stampa)