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news - rassegna stampa

19/11/2013   ENZO JANNACCI
  Il 26 novembre uscirà la raccolta 'L'artista', con un inedito in coppia con J-Ax

E’ stato presentato qualche giorno fa, a Milano, nella cornice di Palazzo Marino, ''L’artista'', disco postumo di Enzo Jannacci, composto da dieci tracce e un duetto inedito con J-Ax. In uscita il 26 novembre. Il brano dal titolo “Desolato” è stato scritto dagli interpreti del brano, ovvero J-Ax, l’ex rapper degli Articolo 31, e dal cantautore scomparso lo scorso 29 marzo, musicato dal figlio di Jannacci, Paolo. Jannacci già negli anni passati aveva già regalato ai suoi estimatori una serie di duetti memorabili, tra i quali quelli con Adriano Celentano e Dario Fo in “Ho visto un re”, in coppia con Giorgio Gaber (Jaga Brothers), Gino Paoli (“Sassi”), Francesco Guccini (“L’avvelenata”), Claudio Baglioni (nel programma “Anima mia” e nel disco "Q.P.G.A."), con i comici Cochi e Renato, Francesco De Gregori ("Sfiorisci bel fiore"), Ligabue ("Ci vuole orecchio") e, inoltre, Mia Martini lo ha omaggiato nel suo concerto realizzato nel 1989 per festeggiare i 30 anni di carriera, con la splendida “Io e te”. Paolo Jannacci ha realizzato gli arrangiamenti dell’intero album che contiene una selezione delle composizioni meno celebri del suo repertorio, ricantate nel periodo della malattia: da “L'ombrello di mio fratello” e “Il tassì”, rispettivamente lato A e B del disco del 1961 pubblicato per Tavola Rotonda, a "Parlare con i limoni", 1987, ripresa in duetto con la giovane Carolina Petrizzelli, fino a "La sera che partì mio padre", “Non finirà mai”, "Passaggio a livello”, interpretati rispettivamente anche da Mina, Milva, Luigi Tenco. C’è una emozionante cover di “Io che amo solo te”, omaggio a Sergio Endrigo. “Desolato” è accompagnato da un video, che vede l’amichevole partecipazione di nomi prestigiosi della musica italiana, tra i quali Jovanotti, Ligabue e alcuni tra i più importanti esponenti del rap italiano, come Fabri Fibra, Emis Killa, Caparezza, Dargen D’Amico e Gue Pequeno con Jake la Furia dei Club Dogo. ‘E' un pezzo che avevo nel cassetto’, racconta il figlio, ‘siccome mi piace tutta la musica avevo pensato di sposare lo stile dell'hip hop: l'idea, da subito, era di farlo a due voci. Avevo conosciuto J-Ax dopo che lui mi aveva invitato a suonare in suo disco ed è nata una bella amicizia. In tre ci siamo messi a registrarla senza pensare a che uso ne avremmo potuto fare. Come se fossimo alla Factory di Andy Warhol. Per realizzare un disco nuovo con papà avevamo davanti due strade. La prima, un album completamente inedito, era poco praticabile perché lui ci metteva molto tempo a elaborare e finire le cose. Non solo ultimamente, ma già dai tempi di pezzi come “La fotografia”. Allora gli ho proposto di reinterpretare brani quasi sconosciuti, che gli stessi fan avrebbero voluto risentire in una veste più attuale. Mi sono riascoltato tutta la discografia, e abbiamo selezionato una serie di piccole storie quasi cinematografiche. Se volete sapere il perché delle scelte chiedete a mamma (Giuliana Orefice, detta Pupa). E' stata lei a scegliere il 90 per cento delle canzoni. Ci sono pezzi dei primi anni Sessanta, cose più leggere e altre intense come “Maria me porten via” o “Cosa importa” che è una storia di eroina. Spero piacciano a tutti, dai bimbi di cinque anni ai pensatori ultrasessantenni. Quando sente “Desolato” mia figlia si mette a ballare’. Toni Verona, che ha prodotto il disco per l’etichetta discografica Ala Bianca e ha curato gli ultimi suoi due lavori, presenta il progetto come un ‘testamento, una testimonianza di 50 anni di poesia, arte e musica da parte di un artista davvero unico e irripetibile con cui ho avuto la fortuna di collaborare per quindici anni imparando a conoscere un uomo che amava e aveva grande rispetto per l'umanità’. Un atto d'amore, stampato anche in vinile, in edizione limitata e numerata, con la copertina disegnata da Tullio Pericoli e una foto in bianco e nero sul retro, scattata da Fabio Treves nel 1982). ‘Mi piace perché è un ricordo intenso ed estremo’, prosegue Jannacci jr, ‘di un periodo tutto inferno e paradiso, senza purgatorio, a cui ancora penso con gioia e con paura. Sono convinto che abbiamo fatto un lavoro eccellente e il merito è di papà che ha cantato in maniera eccellente, rendendo le sue più belle interpretazioni di sempre. Con una cura particolare del timbro, dell'inflessione e dell'intonazione, un'intensità speciale. Gli era venuta fuori una voce spaziale anche mentre doveva sopportare dolori atroci. Voglio rendere merito anche ai musicisti che hanno lavorato con noi: vengono dal jazz, hanno una cultura particolare e un modo speciale di concepire la musica’. E conclude: ‘nastri e provini ce ne sono, ma credo che li terrò per me. Voglio che escano solo prodotti degni, non cose di bassa qualità. Sarebbe sminuente per papà e poco rispettoso per il pubblico. Sono molto restio a dare le nostre cose private, a meno che capiti di scovare qualche capolavoro’. (Musical News)