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20/07/2009   JESUS WAS HOMELESS
  Un Gesù senza casa...

Intervistiamo Tiziano Rizzuti, leader dei Jesus Was Homeless. Da dove nasce il vostro nome? "Il nome nasce da un cartello esposto da un comunita’ di homeless che si sono stabiliti a Venice Beach e che abbiamo conosciuto in viaggio… e’ un’affermazione che rivendica una sorta di orgoglio della scelta di vita e ci ha subito ispirato… per quel senso di provocazione a riflettere, non una provocazione aggressiva, ma piu’ intima, che porta a confrontarsi con alcune cose, la realta’, la societa’... Jesus Was Homeless nasce proprio da li’, da questo viaggio e dalle persone incontrate, che ci hanno aiutato a riflettere su una serie di signicati, sul fatto di essere homeless, sull’esistenza e la sopravvivenza di movimenti di pensiero al limite con le religioni e cosi’ via…". Un progetto nato decisamente on the road quindi… ”The Landing” vive di queste influenze americane? "Certamente. Il song writing e’ avvenuto in questo viaggio, musiche e atmosfere vengono da li’, poi il lavoro vero e proprio e’ avvenuto in tappe e luoghi diverse. Si e’ trattato di un viaggio americano, si’, pero’ non all’insegna di “USA I love you”. I luoghi e le esperienze non sono stati quelli tradizionali, ma quelli poco frequentati e conosciuti, non da cartolina californiana insomma. Abbiamo vissuto spazi che non rispondono al concetto di sogno americano, ed e’ stata questa la vera esperienza. Los Angeles e’ una citta’ decadente e soprattutto Venice, sull’Oceano, posto popolato da freaks and geeks e da persone che hanno scelto lo status di homeless e dunque concretizzano una fuga possibile. Tanti sono artisti e molto disponibili al dialogo, e’ stata un’occasione per scoprire e confrontarsi con una realta’ umana interessante e “altra”. E “The Landing”, la stessa copertina, a partire dal caravan, testimonia con le foto queste realta’. Per ricordare la volonta’ di “rivendicazione”, nel senso “tu mi discrimini, ma il tuo Dio era vicino a me”…" Cosa c’e’ di questo “esistenzialismo” o confronto con l’esistenza e l’alterita’ nei vostri testi? "Al contrario di quello che si possa pensare, nonostante gli arrangiamenti puntino su una certa orecchiabilita' e su ritmi coinvolgenti, a parte le due canzoni d’amore, il resto dei brani sono di critica sociale: “mi alzero’ daro’ fuoco alla mia scrivania e ci piscero’ sopra”. L’esperienza insomma e’ rimasta nei testi e in alcune musiche. Lo stesso singolo ''Melting'' e’ proprio una riflessione sulla sorte dei cosiddetti “perdenti” in questo sistema e nel sistema dello show business, nell’impotenza di chi non ha acquisito una serie di caratteristiche per sopraffare il prossimo e avere “successo”, in una visione imposta del mondo, in cui esistono “vincenti e perdenti”… cosa che non ci trova molto d’accordo! Poi ''The Landing'' finisce con un brano musicale dal titolo molto esplicativo: ''Age of Nothing''. Pubblicato dalla Halftonic, il nuovo brand della storica etichetta Marquee Records, avete riscosso molto successo in Giappone. Come e’ il mercato giapponese? "L’esperienza giapponese e’ stata di grande importanza perche’ e’ stato il primo riconoscimento ufficiale del gruppo. Siamo stati pubblicati dalla Marquee Records che ci ha portato subito a un livello qualitativo alto e anche le vendite sono andate bene. Quindi come JWH vantiamo un album pubblicato in Giappone e distribuito in Asia e Giappone prima che in Italia…". In Italia invece i Jesus Was Homeless sono stati prodotti dalla OBE Records, certo il mercato nostrano e’ molto differente da quello estero, che risposte state ricevendo? "Le prime esperienze italiane sono state live, con l’apertura dei concerti dei Polysics, poi la prima apparizione televisiva a Telethon nel dicembre 2008, poi a gennaio 2009 su Rai Due a Scalo 76 – il battesimo al grande pubblico - poi abbiamo suonato al Rock’n'Roll di Milano, al Piper di Roma e con l’uscita del singolo ''Melting'' e l’inizio della rotazione su Virgin Radio e’ iniziato il vero e proprio lancio. Inaspettatamente abbiamo riscontrato da un personaggio come Ringo un apprezzamento e una stima che ci ha piu’ che piacevolmente sorpreso! Poi un grande successo lo stiamo riscuotendo con le radio indipendenti… che ringraziamo!". Altri progetti in cantiere? Qualcuno parla gia’ del prossimo singolo… "I Jesus Was Homeless sanno che non e’ il momento di fermarsi con il lavoro che hanno alle spalle quindi… ci siamo messi a lavorare su brani nuovi. C’e’ un pezzo che fa parte del nostro repertorio live fin dagli inizi… la nostra personalissima versione e rivisitazione in chiave JWH di ''Self Control'' scritta da Raf, che vedra’ la luce alla fine dell’estate… A parte questo, stiamo lavorando su materiale nuovo che vorremmo pubblicare in inverno, probabilmente un nuovo album, perche’ siamo molto ispirati e la chimica all’interno del gruppo sta generando nuove idee…".